Mense e nidi, il Comune taglia gli aumenti delle rette: ecco le tariffe

Sabato 22 Aprile 2023 di Alberto Rodighiero
Mense e nidi, il Comune taglia gli aumenti delle rette: ecco le tariffe

PADOVA - Contro il caro vita il Comune taglia del 90% l’adeguamento Istat per il pagamento delle tariffe di asili nido, refezione scolastica e “tempo lungo” della scuola dell’infanzia. La giunta Giordani tende dunque la mano alle famiglie dei bambini iscritti ai nidi (18 strutture) e alle materne (10) di competenza comunale e agli studenti di primarie e medie che mangiano in mensa.


IL QUADRO
Come accade ogni anno, i comuni sono tenuti ad applicare gli adeguamenti Istat ai servizi a domanda individuale. Adeguamenti che per molti anni erano quasi impercettibili dal momento che l’inflazione, dal 2013 in poi, raramente ha superato l’1%. Quest’anno però, complice soprattutto l’aumento di petrolio e gas, il discorso è diverso. A dicembre 2022 (data di riferimento per calcolare gli aumenti da applicare quest’anno) l’inflazione ha toccato quota 11,3%. Quindi, in teoria, Palazzo Moroni avrebbe potuto rincarare le rette di oltre il 10%. «Abbiamo deciso di fare diversamente – ha spiegato l’assessore alle Politiche scolastiche Cristina Piva,  che martedì ha fatto approvare una delibera ad hoc  –  In tempi economicamente difficili abbiamo cercato di andare incontro alle famiglie. Dal momento che l’adeguamento Istat è obbligatorio, abbiamo deciso di applicare il minimo previsto dalla legge». A fronte di un’inflazione dell’11,3% i rincari di mense e asili non andranno oltre l’1,13%.

Quindi Palazzo Moroni rinuncia al 90% dell’aumento.


I DATI
Ma quali ripercussioni avrà sui portafogli dei padovani questo provvedimento? A titolo di esempio, per quel che riguarda i nidi, una famiglia con Isee compreso tra 21.001 euro e 26mila euro che ora paga mensilmente 368 euro, con l’adeguamento intero (11,3%) avrebbe dovuto spendere 41,5 euro in più al mese. Ora invece saranno poco più di 4 euro in più. Passando alla refezione scolastica, mediamente una famiglia con Isee superiore ai 12.914 euro alla primaria paga per ogni bambino circa 120 euro al mese. Invece di pagare 13,5 euro in più al mese, dovrà corrispondere 1,30 euro in più. «Siamo consci che questi provvedimenti non risolvono i problemi economici che hanno molte famiglie – ha aggiunto Piva – Però, vogliamo gravare il meno possibile sui bilanci familiari». La crisi intanto continua a mordere e il Comune ha dovuto rinunciare a 123mila euro di introiti legati agli asili e alle mense scolastiche. Tecnicamente si definiscono crediti inesigibili. Di fatto si tratta di somme che, pur essendo dovute, non potranno essere recuperate. Nello specifico il settore Politiche scolastiche ha messo nero su bianco la rinuncia al recupero dei crediti nei confronti di una cinquantina di famiglie dal 2010 al 2022 non hanno onorato il pagamento di mense scolastiche e asili nido. Il motivo? “A seguito delle intimazioni di pagamento – si legge nel dispositivo – sono pervenute dal settore Servizi sociali dichiarazioni inerenti situazioni di difficoltà socioeconomica di alcuni dei nuclei familiari, presi in carico e quindi ben conosciuti dal servizio sociale stesso, tali per cui le famiglie non appaiono in grado di saldare il debito maturato”.
 

Ultimo aggiornamento: 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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