Campodarsego. Emanuela è morta a 11 anni, archiviate le accuse di omicidio stradale all'investitore

La ragazzina era stata investita nel 2021 mentre era in bicicletta

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Serena De Salvador
Emanuela Brahja

CAMPODARSEGO (PADOVA) - È stato archiviato il procedimento penale che vedeva il 38enne veneziano S.P. accusato di omicidio stradale per la morte di Emanuela Brahja, l’11enne di Reschigliano deceduta il 13 ottobre 2021, due giorni dopo il tragico incidente che aveva visto la sua bicicletta travolta lungo via Pontarola dal furgone guidato dall’uomo. La richiesta avanzata dal pubblico ministero Andrea Girlando, titolare dell’indagine, è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova Beatrice Bergamasco. Il veneziano di Santa Maria di Sala non è dunque responsabile della morte della piccola perché nulla aveva potuto fare per evitare la ragazzina che aveva attraversato all’improvviso, al buio e fuori dalle strisce pedonali.

L'iter

A corroborare questa tesi ha contribuito una perizia cinematica che ha ricostruito nel dettaglio la dinamica dell’incidente. È così emerso che Emanuela Brahja, in sella alla sua bicicletta, ha attraversato alle 19.10 via Pontarola uscendo dalla piccola traversa che congiunge appunto via Pontarola con via Papa Luciani e piazza Pertini, accanto alla fioreria. Il furgone invece proveniva dalla rotatoria con via Bassa I e viaggiava verso la tangenziale. L’impatto è avvenuto nel centro della carreggiata e due sono state le ipotesi: o la piccola Emanuela si era fermata sul ciglio della strada ed era ripartita da ferma per attraversare; o si era immessa in via Pontarola senza fermarsi. Nel primo caso il 38enne si sarebbe potuto accorgere della sua presenza, ma la perizia non ha riscontrato elementi per supportare la tesi che la bambina si fosse appunto fermata. Dunque nulla ha provato che l’uomo si sia potuto rendere conto della presenza della piccola ciclista. È peraltro stato accertato che il conducente del furgone (difeso dall’avvocato Luca Voltan) viaggiava entro il limite di velocità (50 chilometri orari), non stava usando il cellulare e non era sotto effetto di sostanze.

La bicicletta invece era priva di fari e catarifrangenti laterali (aveva solo quelli sui pedali) e la bimba era senza casco.

La vicenda

Emanuela quella sera dell’11 ottobre stava tornando a casa nella vicina via Ca’ Brion. L’impatto l’ha fatta cadere a terra e battere la testa. Nonostante i tempestivi soccorsi e il ricovero in ospedale, un giorno e mezzo dopo la piccola è spirata. Un dolore enorme per i genitori e i parenti che per mesi hanno portato fiori e lumini sul luogo della tragedia. La vicenda ha scosso l’intera frazione, tanto che ai funerali erano presenti oltre mille persone, tra cui moltissimi parenti giunti dall’Albania, il Paese d’origine dei Brahja.

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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