«A Pontida 6.000 leoni veneti. Assenti? Non do peso a beghe»

Il segretario della Liga Alberto Stefani: «Le Pen riguarda le alleanze europee, l'autonomia prosegue»

Domenica 17 Settembre 2023 di Angela Pederiva
«A Pontida 6.000 leoni veneti. Assenti? Non do peso a beghe»

BORGORICCO (PD) - l leader federale Matteo Salvini l'ha detto in francese, omaggio all'ospite d'onore Marine Le Pen, grazie alla traduzione simultanea offerta dall'intelligenza artificiale: «Je vous attends». Il segretario regionale Alberto Stefani sceglie invece l'immagine più veneta che ci sia, per presentare il raduno di oggi nella Bergamasca: «Pontida è la casa dell'identità della Lega, ma è anche un momento di orgoglio per i militanti del Veneto, 6.000 leoni che arriveranno sul "pratone" con la voglia di guardare al futuro».

A tre mesi dalla sua elezione al vertice del partito, e ormai al termine di un'estate politicamente rovente, il padovano rompe il silenzio serbato in queste ultime settimane di polemiche.


Che significato ha questa edizione dell'appuntamento?
«I numeri che registriamo dal Veneto sono un risultato di cui siamo assolutamente orgogliosi. I pullman erano 47 e sono saliti a 50, perché alcune tratte hanno visto un raddoppio. Ai passeggeri delle corriere vanno poi aggiunti altrettanti partecipanti che si muovono con le macchine e i pulmini. Una risposta che è superiore a quella dell'anno scorso che va di pari passo con la crescita verticale del tesseramento, per cui contiamo di superare quota 10.000 entro la fine dell'anno».


Eppure l'invito a Le Pen ha suscitato malumori. Perché si è detto «felicissimo» della sua partecipazione?
«La sua presenza riguarda l'alleanza per le Europee. La Lega non starà mai con i socialisti, spiace che qualcun altro invece si trovi a suo agio con loro... L'obiettivo che ci dobbiamo porre è essere alternativi alla sinistra dell'accoglienza indiscriminata e della conseguente ipocrisia di respingere i migranti in Italia ai danni del nostro Paese, dell'estremismo in materia ambientale, del cibo sintetico. Il partito di Marine Le Pen fa parte del centrodestra europeo alternativo alle sinistre: non capisco perché dovremmo pensare ad alchimie con loro, quando il nostro perimetro è molto chiaro».


Ma una figura così nazionalista è compatibile con la battaglia per l'autonomia?
«L'autonomia è un percorso già avviato e sta procedendo speditamente nella commissione Affari costituzionali del Senato, grazie soprattutto alla Lega e a Matteo Salvini».


Hanno fatto discutere le indicazioni che ha dato a voi parlamentari durante la cena a Roma. Chi non va a Pontida, rischierà sanzioni?
«Salvini ha fatto un appello generico al ruolo di tutti gli esponenti istituzionali, com'è giusto che sia e com'è sempre stato fatto. Oltre a Pontida, ci sono anche diverse campagne elettorali d'ora in avanti. L'obiettivo della Lega è di ottenere il miglior risultato possibile, per cui è opportuno che tutti scendano in campo per offrire il loro supporto politico».


Le ore della vigilia sono state scandite dal gioco del "chi c'è e chi non c'è". Ci sarà differenza fra chi sale sul palco e chi no?
«Sono veneto, dunque sono abituato a raggiungere i risultati senza dare troppo peso a piccole turbolenze e semplici beghe. Sul "pratone" ci sarà la base che ha voglia di guardare avanti».


Ha causato un certo disappunto anche la richiesta di 30.000 euro per le Europee. Cosa risponde a chi come Federico Caner, a proposito dei contributi mensili, ha sostenuto di non aver «mai visto una rendicontazione»?
«Rispondo che il nostro segretario ha chiesto a tutti di fare la propria parte, così come è giusto che sia».


Come valuta i passaggi dalla Lega a Forza Italia, per esempio quello di Gianpaolo Vallardi?
«Parlare di "fuga" mi fa un po' sorridere, perché mi pare che ci siano più articoli di giornale che fuoriusciti... Ognuno fa le sue scelte, non commento quelle di carattere personale. Dico solo che la Lega si aprirà a facce nuove».


Pensa che la categorica smentite di Nicola Finco, e quelle di Silvia Rizzotto e Federico Caner, spegneranno le chiacchiere?
«Penso a guardare avanti e far crescere il movimento, non ho tempo da perdere».


Crede all'ipotesi che Roberto Marcato e Gianpaolo Bottacin possano cedere al corteggiamento di Flavio Tosi?
«Non mi risulta che questi due assessori vogliano uscire dalla Lega».


Nell'ultimo direttivo, ha detto che siete «diversi» dagli azzurri. In cosa consiste la differenza?
«Noi cerchiamo amministratori nuovi, che del Veneto incarnino l'essenza, la produttività, l'intraprendenza, il coraggio di mettersi in proprio. Per questo vogliamo lanciare la Scuola di formazione: sarà l'incubatore della struttura tecnica e politica del movimento. Vogliamo dare spazio a volti nuovi, non a persone che fanno scelte di convenienza politica».


Come sono i rapporti con gli alleati in vista di Europee e Comunali? Per esempio con Fratelli d'Italia, che non vuole il terzo mandato e rivendica la leadership alle Regionali 2025?
«I rapporti sono buoni, lavoriamo bene al tavolo di centrodestra. È normale che ci siano sensibilità diverse, altrimenti saremmo un partito unico. Ma come in Europa, così in Italia conta tenere unito il centrodestra di fronte alla sinistra di Giuseppe Conte e di Elly Schlein che rappresenterebbe un danno enorme per il Paese. Quanto alle Regionali, ci penseremo più avanti, manca ancora tempo».


Stefani, una domanda personale. È trapelato che ha vinto l'ammissione al dottorato di ricerca a Giurisprudenza, senza borsa, cioè senza emolumenti. Sindaco, deputato, segretario: avrà tempo per fare anche il ricercatore a Padova?
«Chi mi conosce sa quanta importanza io dia allo studio. La cultura personale dovrebbe essere parte integrante di ogni politico, per svolgere al meglio il proprio ruolo».

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Ultimo aggiornamento: 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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