Incendio a casa Martinello, Luciano: «Papà è molto scosso, il primo piano è distrutto»

L'uomo si è svegliato e ha tentato di spegnere le fiamme: è rimasto intossicato e leggermente ferito

Sabato 3 Settembre 2022 di Barbara Turetta
L'incendio casa Martinello

PADOVA - «Per fortuna papà sta bene, ce la siamo vista brutta». Ieri mattina in via Penghe c’era anche il figlio di Luciano Martinello, Silvio, conosciuto per la sua carriera sportiva nel ciclismo, per aver fondato il Wellness Centre Atletico di via Forno e come voce tecnica degli eventi di ciclismo. L’odore acre del fumo era ancora ben percepibile nell’aria e nei dintorni dell’abitazione andata a fuoco. Al primo piano della casa dove si è scatenato l’incendio le finestre erano tutte aperte per far arieggiare gli ambienti interessati dal fuoco e dall’intenso fumo acre e nero che ha avvolto gli ambienti dove dormiva l’anziano proprietario.

I muri esterni della casa, nella parte più alta al limite con il tetto, portavano evidenti i segni del fumo nero uscito dalle finestre durante l’incendio. La fortuna ha voluto che l’ottantasettenne sia riuscito ad uscire in tempo dalla casa, mettendosi in salvo e correndo a chiedere aiuto ai vicini di casa. A raccontare quei momenti anche uno dei vicini di casa che fra i primi ha aiutato l’anziano.

I vicini

«Abbiamo sentito gridare: “Aiuto, aiuto, datemi dell’acqua” – racconta Giampaolo il vicino di casa dell’ottantottenne –, siamo usciti in cortile e abbiamo visto Luciano venirci incontro in sella alla sua bicicletta. Era un po’ confuso e aveva una ferita ad un piede ma stava bene».
«Continuava a ripetere che voleva dell’acqua, che la sua casa andava a fuoco. Dall’abitazione qui accanto è uscito anche mio fratello – racconta ancora il vicino -, è lui che è corso a vedere cosa stava accadendo. Assieme non hanno potuto fare altro che attendere l’arrivo dei vigili del fuoco, non c’era altro da fare in quel momento. Il fumo usciva dal piano superiore della casa. Continuava a chiedere che venisse gettata dell’acqua, ma niente altro si poteva fare che aspettare».

«Ci conosciamo da trent’anni – continua l’uomo -, lui vive da solo nella casa, è un uomo fisicamente ancora in gamba, spesso viene qui da noi a scambiare quattro chiacchiere per stare in compagnia. Dispiace per quello che gli è accaduto, ma fortunatamente è riuscito a svegliarsi in tempo e ad uscire di casa mettendosi in salvo. È stata una fortuna che sia riuscito ad arrivare qui per chiedere aiuto. Lo conosciamo bene, è come uno di famiglia, qui viviamo in poche famiglie e ci conosciamo tutti».

Il figlio

«Mio papà sta bene, è al pronto soccorso ma le sue condizioni non sono gravi – racconta Silvio Martinello - si è procurato qualche ferita perché ha tentato di spegnere l’incendio con dei secchi d’acqua, ha un taglio a un piede e poi ha respirato un po’ di fumo. Fortunatamente si è svegliato ed è uscito dall’abitazione mettendosi in salvo. Ad incendio spento, e assieme ai carabinieri, sono salito al primo piano della casa per constatare quanto accaduto: è tutto distrutto».
«I carabinieri stanno effettuando gli opportuni accertamenti, il papà ha una vita normalissima, segue la sua campagna, i suoi animali, non ha alcuna situazione complessa – ha detto ancora il figlio -, l’ipotesi su cui sembravano indirizzati vigili e carabinieri era quella del cortocircuito».
«Papà al momento è comprensibilmente scosso per quanto accaduto, ha qualche ferita che si è procurato nella concitazione di spegnere l’incendio, fortunatamente è corso a chiedere aiuti ai vicini che vivono a 500 metri da lui e che l’hanno aiutato. La casa non è più agibile e ora troveremo una soluzione con i fratelli, ci stiamo sentendo, ma l’importante è che tutto sia andato per il meglio».

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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