Guerra in Israele, l'odissea di un avvocato padovano per rientrare: «Abbiamo prenotato un volo privato»

Dario Furlan si trovava a Tel Aviv con la compagna quando è scoppiato il caos. Avrebbero dovuto festeggiare il compleanno di lei in vacanza

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Serena De Salvador
Dario Furlan

PADOVA - Doveva essere una settimana di vacanza e appuntamenti di lavoro, con l'occasione di festeggiare pure un compleanno. Invece si è trasformata in puro terrore, con il caos totale dei voli aerei cancellati, il grido delle sirene antiaeree a fare da sottofondo e i missili che sfrecciavano sopra la testa. Dario Furlan, avvocato padovano specializzato in compravendite di aziende, insieme alla compagna è uno degli italiani che sabato scorso si sono trovati nel mezzo della guerriglia scatenata da Hamas in Israele.

Erano partiti martedì 3 ottobre e sarebbero dovuti rientrare martedì 10. La data infine ha coinciso, ma poter toccare di nuovo il suolo italiano è diventato per la coppia un vero e proprio respiro di salvezza.

«Per i primi giorni tutto era estremamente tranquillo, una vacanza più che piacevole - spiega Furlan -. Abbiamo visitato Gerusalemme, poi ci siamo spostati a Tel Aviv: una città stupenda, vivissima, libera. Boulevard curatissimi, grattacieli avveniristici e spiagge di sabbia finissima. Era la settimana delle celebrazioni del Sukkot, era pieno di gente per le strade, si respirava un clima di festa». Invece all'alba di sabato è esploso il caos. «Ci siamo svegliati presto - prosegue l'avvocato - e alle 6.30 abbiamo iniziato a sentire le sirene e degli scoppi. All'inizio pensavo a qualche evento legato proprio al Sukkot, che era finito quella stessa notte. Anche perché giorni prima a Gerusalemme avevo visto una sorta di rito durante il quale sparavano in aria. Pensavo a qualcosa di assolutamente normale. Invece è bastato guardare i giornali online e scendere nella hall per capire l'orrore che si stava consumando all'esterno. Era il fuggi fuggi generale. I turisti cercavano in ogni modo di tornare in patria, gran parte del personale è sparita perché erano riservisti dell'esercito. Noi abbiamo tentato di prendere un volo ma era il caos. In aeroporto sono tornate a suonare le sirene: ci siamo dovuti buttare a terra per un'ora con i missili che sfrecciavano sopra le nostre teste intercettati dalla contraerea. Momenti di vero terrore. Abbiamo deciso di tornare in hotel, riuscendoci grazie a un passaggio di fortuna in auto, e lì abbiamo trascorso i seguenti due giorni, in attesa. Mai visto uno scenario di guerra simile».
«Lunedì era il compleanno della mia compagna - chiude Furlan -. Inutile dire che di certo non potremo dimenticare come lo abbiamo trascorso. Fortunatamente martedì siamo riusciti a prenotare un volo privato che, in collaborazione con la Farnesina, ci ha riportati in patria con 180 connazionali».

In solidarietà a Israele stasera alle 17 nel cortile di palazzo Moroni si terrà un sit-in promosso dal consiglio comunale. 

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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