Figli con due mamme, Valentina e Daniela: «Ci sono tante forme di famiglia, sono tutte valide e devono essere rispettate»

Mercoledì 21 Giugno 2023 di Elisa Fais
Figli con due mamme, Valentina e Daniela: «Ci sono tante forme di famiglia, sono tutte valide e devono essere rispettate»

PADOVA - «Serve amore, consapevolezza e cura verso i bambini: quando c'è questo, c'è tutto. Ci sono tante forme di famiglia, sono tutte valide e devono essere rispettate». È questo il senso di essere genitori secondo Valentina Bagnara, 35 anni, mamma di una bimba e compagna di vita di Daniela Ghiotto, 44 anni.
La famiglia attualmente vive a Vicenza, ma la bambina è nata nel maggio 2022 all'ospedale di Padova.

Valentina e Daniela sono una delle 33 coppie in attesa dell'atto di notifica con decreto del Tribunale che di fatto cancella il "genitore 2" dallo stato di famiglia

«Purtroppo ci aspettavamo un attacco nei nostri confronti perché da settembre l'aria politica in Italia è cambiata in maniera evidente - aggiunge Valentina Bagnara - noi non siamo spaventate, ma ci preoccupiamo di nostra figlia.

Farle vivere degli anni senza piene tutele dal punto di vista legale e burocratico è profondamente scorretto e rischioso».

Figli con due mamme


Valentina e Daniela sono due insegnanti e dal 2019 sono unite civilmente. «Tra noi è stato colpo di fulmine - ricorda Valentina - abbiamo capito sin da subito che avevamo di fronte a noi la persona con cui costruire una bella famiglia. Così ci siamo prese un po' di tempo per cercare una casa adatta ad accogliere un bambino e, non appena ci siamo sentite pronte, abbiamo iniziato il percorso di procreazione medicalmente assistita».

La coppia ha scelto di andare al Nord Europa per sottoporsi a fecondazione eterologa

«Siamo andate in Danimarca perché a noi piacciono i paesi nordici e amiamo il freddo - prosegue Valentina -. Il viaggio è durato 15 giorni, ma avremmo potuto concludere tutto nel giro di tre. Abbiamo colto l'occasione per visitare il paese e poi ci siamo rivolta alla clinica, abbiamo scelto una tecnica semplice senza stimolazione ormonale. Il genitore intenzionale, ovvero Daniela, ha firmato il consenso informato. In sostanza il documento impegna a riconoscere i figli che nascono da quel trattamento di Pma, quindi obbliga a non tirarsi indietro. La stessa procedura viene attuata in Italia quando le coppie eterosessuali si sottopongono a questo tipo di pratiche».

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Il parto


Nove mesi dopo è arrivata la piccola. «Il travaglio è iniziato a casa dei miei genitori, a metà strada tra Vicenza e Padova - racconta Valentina -. Abbiamo registrato la bimba all'anagrafe del Comune di Padova con entrambe le mamme nell'atto di nascita. A noi non è ancora arrivata la notifica, ma immagino che presto arriverà. Avere un figlio è una felicità immensa ed essere genitori è un'avventura indescrivibile e inimmaginabile.

Noi due abbiamo sempre condiviso ogni istante della gravidanza e del parto e oggi ci prendiamo cura della piccola assieme

Al di là dei momenti in cui siamo al lavoro, tutto il nostro tempo lo dedichiamo a lei. Ora sta anche iniziando a camminare. Tutta questa bellezza compromessa da notizie simili, fa male». E, pensando al futuro, conclude: «Quando diventerà più grande le racconteremo tutto, già ci immaginiamo di portarla a visitare la città dove è stata concepita, tra i boschi e il mare. Le faremo visitare la clinica e le parleremo. Abbiamo anche dei libri che sono stati scritti apposta».


Le coppie omogenitoriali di Padova


Tra le 33 coppie padovane al centro della bufera ci sono anche Anna e Caterina, assieme da 10 anni e sposate dal 2018. Il primo figlio è nato il 28 novembre 2018. Nel gennaio 2022 è poi arrivata una bambina. «Sussultiamo ogni volta che suonano al campanello - racconta Anna, 37 anni - ieri ci è arrivata una multa ed eravamo addirittura felici». La donna si è sottoposta alla fecondazione in Spagna. «Il donatore è sempre lo stesso, i nostri figli sono fratelli biologici - precisa Anna -. Il primo aspetto valutato dai medici è stato quello relativo alla salute, infatti è stata eseguita l'analisi genetica per evitare malattie. Poi, il donatore è stato scelto in base alle caratteristiche della mia compagna, come il colore degli occhi o i capelli». Entrambi i bambini sono stati registrati con il doppio cognome a Padova. «Tutti sanno che hanno due mamme e a nessuno dà fastidio - aggiunge - frequentano addirittura una scuola paritaria cattolica. Abbiamo avuto anche il sostegno del parroco del nostro paese. Ciò che mi ha scioccato di più è stato leggere la frase del procuratore Sanzari: la giovane età della bambina (6 anni) esclude che la modifica del cognome possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale. I bambini capiscono tutto, mi domando se abbia figli. Il mio ha 4 anni e capirebbe il concetto, forse anche meglio di tanti adulti».

Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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