Sgaravatti, inchiesta sull'eredità da 100 milioni. Spuntano due cugine: «Pronte alla battaglia legale»

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Gabriele Pipia
L'interno di villa Sgaravatti a Saonara, affrescata dalla Scuola del Tiepolo

PADOVA - Una vecchia amica di famiglia, due ex dipendenti della storica azienda e ora anche due cugine di primo grado. La battaglia legale per l’eredità da 100 milioni di euro dei coniugi Sgaravatti si arricchisce con un nuovo capitolo e due nuove protagoniste. Vivono in provincia di Verona, si sono rivolte a due avvocati veronesi e hanno presentato formalmente accesso agli atti alla Procura di Padova. Chiedono di tenere l’anonimato ma intanto vogliono andare fino in fondo e capire a chi spetta quel patrimonio da favola fatto di ville antiche, palazzi di lusso, auto d’epoca e quadri pregiati
Il fascicolo aperto lo scorso novembre risulta attualmente senza indagati e intanto in questi giorni le due donne veronesi stanno acquisendo informazioni per preparare una nuova azione legale.

La successione di una delle famiglie più note di Padova, legata ad un colosso del florovivaismo capace di ornare giardini reali e palazzi ministeriali, sta diventando una vera saga. 

LE PARENTI

Le due donne erano cugine di Renata Cappellato, vedova Sgaravatti. «I nostri rapporti erano saltuari visto che vivevamo in due città diverse ma ci sentivamo abbastanza di frequente, anche solo per un saluto. Sapevamo che nostra cugina era malata» hanno raccontato ai loro legali chiedendo di approfondire la situazione. E gli avvocati lo stanno facendo, tentando di ricostruire i dettagli di una articolata vicenda documentata dal Gazzettino negli ultimi due anni. I legali delle due cugine veronesi hanno chiesto formalmente alla Procura di Padova di essere avvisati nel caso in cui il pubblico ministero dovesse richiedere l’archiviazione oppure la proroga delle indagini. Intanto preparano nuove azioni.

LA RICOSTRUZIONE 

L’eredità in questione è quella legata al ramo d’azienda di Alberto Sgaravatti, morto nel 2019 a 91 anni lasciando tutto alla moglie Renata Cappellato. La vedova Sgaravatti se n’é andata a 75 anni il 19 dicembre 2020. Non aveva figli e prima di morire ha scritto due testamenti nel giro di un anno: il primo atto con cui affida l’intero patrimonio a due dipendenti e poi il secondo atto con cui destina il proprio tesoro ad una amica di famiglia, una donna padovana moglie di un avvocato. Qui si scatena la guerra legale: quale testamento fa fede? Per legge l’ultimo, ma uno degli ex lavoratori non ci sta e accusa l’ereditiera di circonvenzione d’incapace. L’esposto in Procura è stato depositato l’11 ottobre scorso e da lì è partita l’indagine. La battaglia continua e ora entrano in scena due nuove protagoniste. 

IL PATRIMONIO 

In ballo c’è un vero tesoro. Cento ettari di pregiati vivai, decine di altri terreni, una lunga serie di quadri e orologi pregiati. E poi ancora: mobili d’antiquariato, una collezione di auto d’epoca (tra cui la mitica Ferrari 365 GTC di fine anni Sessanta costruita in 168 esemplari in tutto il mondo) e immobili di lusso. Due esempi su tutti: un palazzo da 22 vani in Prato della Valle e una storica villa affrescata dalla Scuola del Tiepolo nel cuore della campagna di Saonara. Un patrimonio che farebbe gola a chiunque. Ora le due cugine veronesi vogliono capirci di più.

Ultimo aggiornamento: 18:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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