Sgaravatti, aperta l'inchiesta sull'eredità da favola: i due testamenti e il tesoro da 100 milioni

Lunedì 28 Novembre 2022 di Gabriele Pipia
L'interno affrescato della villa a Saonara
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PADOVA -  Una famiglia leggendaria, un tesoro da 100 milioni e due testamenti firmati dalla vedova prima di morire. A chi spettano ville, palazzi, auto di lusso e quadri pregiati? Ora è ufficiale: a stabilirlo sarà un giudice. La Procura di Padova ha infatti aperto formalmente l’indagine sull’eredità della famiglia Sgaravatti. Il procedimento è stato iscritto nel Registro delle notizie di reato “modello 44”: significa che al momento non ci sono persone indagate. È il primo passo giudiziario legato ad un caso che a Padova tiene banco da un anno e mezzo, da quando il Gazzettino raccontò per la prima volta di questo patrimonio da mille e una notte e della battaglia giudiziaria che si sarebbe profilata per intestarselo. 
Lo scorso 11 ottobre uno dei contendenti esclusi dall’eredità ha presentato formalmente un esposto in Procura accusando l’ereditiera di circonvenzione d’incapace nei confronti della vedova Sgaravatti. «Quando la vedova ha firmato quel suo ultimo testamento non era più lucida mentalmente.

L’ereditiera si è approfittata di lei per prendersi tutto». Ora il giallo diventa un’inchiesta. 


LA FAMIGLIA
Gli Sgaravatti sono una famiglia leggendaria legata da due secoli a un colosso nel campo del florovivaismo in grado di creare giardini per tutti: per i magnati russi, per gli emiri, per le sedi dei Ministeri e per la Villa Certosa di Berlusconi. L’eredità in questione è quella legata al ramo d’azienda legato ad Alberto Sgaravatti, morto nel 2019 a 91 anni lasciando tutto alla moglie Renata Cappellato. 

IL PATRIMONIO
Nel patrimonio di famiglia figura anzitutto la storica villa Morosini affrescata dalla scuola del Tiepolo nella campagna di Saonara con un valore stimato di 1,7 milioni di euro. Troviamo poi un palazzo da 22 vani affacciato su Prato della Valle con tanto di pavimento nobile in marmo veneziano valutato 2 milioni, 100 ettari di pregiati vivai, decine di altri terreni ma anche uffici e capannoni collocati tra il Veneto e Roma. Del tesoro fanno parte anche mobili antichi di alto pregio, una lunga serie di quadri, una collezione di Rolex e soprattutto almeno 15 auto d’epoca. Giusto per rendere l’idea nella lista troviamo una Ferrari 365 GTC di fine anni Sessanta color blu notte costruita in 168 esemplari in tutto il mondo, un’Alfa Romeo 164, un’altra Alfa 166, una Mercedes degli anni Settanta, una Triumph e alcune vecchie 500. «Tutte revisionate e tutte restaurate con cura, come gioielli. La maggior parte è ancora nel palazzo di Prato della Valle» racconta chi conosceva bene la famiglia. 


LA RICOSTRUZIONE
Questo è il patrimonio da favola. Poi c’è però l’altro lato della storia. La vedova Sgaravatti se n’é andata a 75 anni il 19 dicembre 2020. Non aveva figli e prima di morire ha scritto due testamenti a distanza di un anno. Con il primo documento datato 11 ottobre 2019 tutte le proprietà vengono destinate a due ex dipendenti: 2,5 milioni ad un ex lavoratore, tutto il resto ad un altro. Con il secondo testamento del 20 ottobre 2020 viene invece nominata erede universale una donna padovana, moglie di un avvocato che aveva già seguito alcune operazioni degli Sgaravatti. Nel documento sono riportate pure le preziose istruzioni per aprire un baule, recuperare un paio di chiavi, arrivare in soffitta e trovare «il libretto della Ferrari».
Quale testamento fa fede? L’ultimo, quello che nomina la donna padovana erede universale. Ma gli ex dipendenti non si sono mai rassegnati e hanno chiesto ad un avvocato di studiare le carte per fare luce sulla vicenda. Il resto è storia di inizio ottobre. Nell’esposto-denuncia presentato in Procura viene sottolineato come il testamento sia stato redatto a due mesi dal decesso della donna che «già dolosamente isolata, versava in condizioni di salute altamente degradate implicanti un grave decadimento delle funzioni cognitive e volitive». Le verifiche ora spettano alla Procura. 

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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