Pd e M5s: «Nelle carceri la peggiore umanità? Donazzan si scusi». Ma lei non molla

Venerdì 8 Settembre 2023 di Angela Pederiva
Pd e M5s: «Nelle carceri la peggiore umanità? Donazzan si scusi». Ma lei non molla

VENEZIA - Ieri di buon mattino Elena Donazzan ha ripetuto che sono «polemiche pretestuose», quelle scatenate dalle sue dichiarazioni di mercoledì davanti al carcere di Padova. Ma per tutta la giornata è continuata la bufera sulle parole rivolte ai poliziotti e riferite ai detenuti («Abbiamo a che fare con la peggiore umanità. Perché voi non avete a che fare con le signorine. Qua dentro abbiamo la parte degenerata della società»). Non solo è tornato all’attacco il Partito Democratico, ma è scattato in avanti anche il Movimento 5 Stelle, mentre Fratelli d’Italia ha preferito glissare sul lessico usato dalla propria esponente.
PERSONE E DIRITTI
L’assessore regionale Donazzan rilancia: «Gli agenti non hanno a che fare con la vigilanza in una scuola dell’infanzia con le creature che sono la migliore umanità, ma in carcere, banalmente ribadisco, con persone che qualcosa di male nella vita devono averlo fatto per essere recluse». La rappresentante di Fdi però concede: «Certo resta il faro della Costituzione che indica la funzione educativa e di recupero del carcere, e in questo, come Regione del Veneto, non siamo secondi a nessuno». 
Ma per il Pd le sue affermazioni restano «aberranti», accusa il responsabile Diritti Alessandro Zan: «Mi chiedo come Luca Zaia trovi opportuno lasciare deleghe fondamentali come quelle al lavoro e all’istruzione a una dichiarata fascista, e come, soprattutto, Giorgia Meloni non abbia mai speso una parola per moderare le uscite di una sua esponente di partito». Ricordando il caso di “Faccetta nera” cantata alla radio, il deputato chiede che «Donazzan si scusi immediatamente». Concorda la collega Rachele Scarpa: «Da un assessore regionale ci si aspetterebbe consapevolezza del ruolo rieducativo che dovrebbe avere la pena». Aggiunge la capogruppo regionale Vanessa Camani: «La Regione potrebbe dare un importante contributo, investendo risorse per i servizi sanitari nei penitenziari, a partire da quelli inerenti la salute penitenziaria, di competenza regionale. Ridurre questo dramma alla bassa qualità umana dei detenuti, come fa Donazzan, dimostra quanto l’assessora sia lontana non solo dai problemi concreti ma anche e soprattutto dalle soluzioni serie». Punge la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo): «Ora al governo ci sono i colleghi e i sodali dell’assessore Donazzan. Piuttosto di agitare le acque con dichiarazioni urticanti, agiscano per risolvere i problemi». Quelle parole sono «istituzionalmente offensive» anche per i parlamentari pentastellati Enrico Cappelletti e Barbara Guidolin: «Queste affermazioni, da cui Zaia e Soranzo speriamo si dissocino, colpiscono almeno un terzo dei detenuti ultra cinquantenni e le donne recluse che lottano anche per il loro stato di salute o i difficili rapporti con i figli fuori dal muro di reclusione».
SOLIDARIETÀ
Chiamato in causa, e presente alla manifestazione della polizia penitenziaria accanto a Donazzan, il capogruppo regionale meloniano Enoch Soranzo non prende le distanze dalla sua uscita: «In Veneto l’attività di recupero e reinserimento delle persone recluse, e che probabilmente qualcosa nella propria vita hanno sbagliato, sono oggetto di molti progetti attivati, finanziati dai dipartimenti regionali.

Abbiamo portato la solidarietà per i fatti accaduti agli agenti feriti e confermato il nostro impegno affinché le strutture detentive sua la casa dei diritti di tutti».

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