Strade pericolose: a Padova e Treviso il primato dei morti

Veneto, incidenti e decessi aumentati nel 2022 rispetto all'anno precedente ancora caratterizzato dalla "coda" della pandemia

Martedì 17 Ottobre 2023 di Alda Vanzan
Strade pericolose: a Padova e Treviso il primato dei morti

Nel 2021 c'era ancora la "coda" del Covid e, dunque, si viaggiava meno. Poi, quando la pandemia e soprattutto le restrizioni sono rientrate, è ripreso il traffico. E, purtroppo, sono ripresi gli incidenti. Un dato su tutti: nel 2021 gli incidenti in Veneto sono stati 12.403, l'anno successivo, il 2022, 13.220.

Ben 817 in più. «Quando si guida servono attenzione, rispetto delle regole e responsabilità. L'educazione gioca un ruolo chiave. È il miglior metodo di prevenzione», dice Giorgio Capuis, il presidente del comitato veneto dell'Aci che ha diffuso un rapporto su incidenti, morti e feriti di tutto il Veneto. Si tratta di dati Aci elaborati dall'Istat e contenuti nel rapporto statistico reso pubblico in questi giorni relativo a ciascuna delle sette province.


I NUMERI
Nel 2022 sulle strade del Veneto si sono registrati 36 morti in più rispetto all'anno precedente. Si è passati, infatti, dai 285 decessi, avvenuti sulle strade venete nel 2021, ai 321 dello scorso anno. Sono 26 morti al mese, quasi una vittima al giorno. Anche il numero di incidenti è cresciuto, passando dai 12.403 (2021) ai 13.220 del 2022, e così pure il numero dei feriti che sono passati dai 16.512 ai 17.286, con un incremento di 774. In particolare, dal rapporto emerge un dato nuovo rispetto al passato e riguarda il maggior numero di incidenti che vedono coinvolti monopattini e bici elettriche.
Nel 2022, lungo le strade del Veneto, si sono registrati 4 morti (1 in monopattino e 3 in bici elettrica), che - dice l'Aci - sommati ai 37 decessi tra i ciclisti, rendono necessarie misure urgenti, come quelle che il Governo ha adottato di recente, apportando alcune modifiche al Codice della strada.


LE PROVINCE
La classifica per provincia vede in testa Padova con 64 decessi nel 2022 (+18), seguita da Treviso, 63. La provincia dove si sono registrati meno sinistri sulle strade è Belluno, 16 (+1). Gli incidenti più gravi rimangono sempre lo scontro frontale e laterale, oltre alle fuoriuscite (ben 81 persone hanno perso la vita nel 2022 uscendo di strada). Il maggior numero di incidenti è avvenuto sulle strade urbane (7.143, quasi 20 al giorno), ma il più alto tasso di mortalità si è registrato su provinciali, regionali o statali fuori dell'abitato. Il mese con il più alto numero di morti è stato maggio (39), seguito da ottobre (38). Dei sette giorni della settimana, il sabato è risultato in assoluto il più funestato di morti (65, quasi un quinto del totale).
Le strade più pericolose? I dati in questo caso sono del 2021: al primo posto con 260 incidenti la statale 11 Padana Superiore (quella che inizia a Torino, entra in Veneto dal Garda e, dopo aver attraversato le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia termina sul ponte della Libertà), seguita dall'A4 Torino Trieste (259), "tratto maledetto" dei lavori per la terza corsia compreso, la statale 53 Postumia (135) tra Vicentino e Portogruaro, la statale 13 Pontebbana (132) lunga da Mestre fino al confine con l'Austria, la statale 248 Schiavonesca Marosticana (114) tra Vicenza e la Marca trevigiana. Il primato di morti nel 2021 c'è stato sull'A4: 17.
«È inutile dire che si muore ancora troppo sulle strade, tanto da veder sempre più lontano l'obiettivo che l'Europa si è data di zero morti entro il 2050 - dice Giorgio Capuis -. Aci non si stancherà mai di investire in iniziative a favore dell'educazione stradale nelle scuole e su campagne di sensibilizzazione degli automobilisti». Tra le cause principali degli incidenti figurano la guida distratta e la velocità, seguiti dal mancato rispetto della segnaletica. «Pesano i comportamenti scorretti del singolo guidatore - sottolinea il presidente del comitato veneto dell'Aci - che, utilizzando il telefono mentre è alla guida di un veicolo, non solo mette a rischio la propria incolumità, ma spesso finisce con causare la morte di altri».

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