Palestre in crisi: «Già 4 chiusure e ora l'effetto negativo del certificato verde»

Sabato 7 Agosto 2021 di Iris Rocca
Si esibisce il Green pass in palestra
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PADOVA - Il calo c'è. «Non sappiamo se dipenda dal Green pass o dal caldo, dalle vacanze, dal fatto che abbiamo degli orari ridotti, ma le prenotazioni in questo periodo sembrano diminuite». A segnalarlo è Mattia Facci, istruttore e socio della Corpo Libero Wellness di Padova. Come lui, sono in molti a registrare le criticità del periodo, probabilmente anche a causa dell'entrata in vigore da ieri del Green pass per tutti i clienti di palestre e piscine coperte. 
«Magari è semplicemente perché è agosto - gli fa eco Gabriele Momolo, titolare con Andrea Bergamasco, della MarTe Fitness Planet di Due Carrare - eppure stiamo riscontrando che in molti sono ancora restii all'idea di vaccinarsi, mentre altri pensano che questa nuova norma scomparirà tra una quindicina di giorni, motivo per cui preferiscono aspettare e sacrificare l'attività in palestra. A questo, aggiungiamo il fatto che ci sia tutt'ora un po' di disinformazione: non è chiaro a tutti, ad esempio, che il Green pass non diventi attivo all'istante, bensì 15 giorni dopo la prima dose di vaccino e che, quindi, non basti averla ricevuta il giorno prima per accedere ai nostri locali.

Per quel che ci riguarda, siamo in regola e pronti con la app VerificaC19 per effettuare i controlli e continuare a far allenare i nostri tesserati».

DELUSA

Un po' sconfortata è Elena Pegoraro della Q10Sport in via del Commissario a Padova: «È ancora presto per realizzare se le poche persone avute oggi siano state allontanate da questa nuova norma o se semplicemente siano partite per le ferie. Parlando con chi ci frequenta abbiamo riscontrato che chi non ha il Green pass si sente penalizzato e, a sentirci ancora una volta i più penalizzati di tutti, siamo proprio noi che facciamo questo lavoro. Continuiamo ad essere, infatti, la categoria che fa da capro espiatorio, quando siamo stati molto più normati e controllati di altri, tra contingentamento, tracciamento, distanziamenti e dispositivi. Queste modalità di imposizione sono riservate sempre agli stessi soggetti che già hanno sofferto a sufficienza la crisi, anche quando altri sono totalmente deregolati, come i mezzi pubblici. «Noi ci siamo messi a norma - ricorda - Ci hanno controllati e, nonostante tutto, ancora non è andato bene: prima la chiusura per tutta la stagione e ora anche questa certificazione, che, per non avere mai avuto situazioni di focolai o infezioni, ci sembra l'ennesima beffa. La disinfezione degli attrezzi si faceva già quasi su tutti, la app di prenotazione per riservare le attività è già una tracciatura accurata che si somma alla firma all'ingresso e alla registrazione automatica al cancelletto e, oltre a ciò, non viene considerato che siamo proprio noi a proporre salute e benessere. L'unica alternativa che possiamo garantire a chi non ha il Green pass è di continuare a praticare le attività all'aperto che intendiamo mantenere fino a novembre». 

LE CHIAMATE

Uguale la proposta riservata ai suoi iscritti da Sandro Cucuccio, delegato Ascom del settore e titolare dei centri fitness Èlan Vital di Padova: «Le telefonate alle quali rispondiamo in questi giorni sono molte. C'è chi ci chiede cosa fare e chi ci dice di non voler venire più, anche tra i nostri collaboratori. Dal canto nostro cerchiamo di essere accondiscendenti e trovare delle soluzioni, come le proposte all'aperto o le lezioni in streaming. Nella totalità, sono pochi ad essere critici, ma talvolta sono così caotici da sembrare tanti. Stamane una signora voleva entrare a tutti i costi e ci minacciava di chiamare le forze dell'ordine, ma non abbiamo avuto scelta: non vogliamo né multe, né nuove chiusure. Forse si poteva evitare di animare nuovamente degli animi già così colpiti. Basti pensare che la settimana scorsa hanno chiuso due palestre nella nostra provincia e questa settimana altre due. Quello che dispiace, anche questa volta, è la modalità scelta per affrontare il problema. Il governo - insiste - ha delegato a noi la responsabilità di definire queste cose, quando a questo punto avrebbe dovuto obbligare tutti a vaccinarsi. Ci sono delle tensioni che avremmo voluto evitare, tanto più che la strada intrapresa potrebbe essere corretta e darci l'opportunità di ritrovare la serenità nello svolgere le attività normali e restare aperti in autunno. Ma è sbagliata la maniera di gestire il tutto. Lo scorso inverno ci hanno chiusi per salvare la collettività, ma allora, se siamo stati così fondamentali, ci chiediamo perché nessuno si sia mai fatto carico delle nostre perdite». 
 

Ultimo aggiornamento: 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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