La preoccupazione dei presidenti delle Case di riposo: «Servirà presto la terza dose»

Mercoledì 25 Agosto 2021 di Serena De Salvador
La preoccupazione dei presidenti delle Case di riposo: «Servirà presto la terza dose»

PADOVA Sono state tra i luoghi in cui la piaga del Covid si è abbattuta nel modo più crudo e dirompente, falcidiando per mesi un’intera generazione di anziani. A decine sono morti, tutti gli altri sono stati privati per più di un anno del contatto con i parenti. Oggi le case di riposo della provincia stanno lentamente tornando a una parvenza di normalità, seppur con una soglia dell’attenzione sempre altissima e controlli maniacali.

La quasi totalità degli ospiti è vaccinata, gli operatori lo sono per oltre il 90%. Gli anziani sono stati tra i primi a ricevere le dosi tra gennaio e febbraio, ma i sieri sembrano garantire una copertura forte per circa 9 mesi e ora, proprio in concomitanza con il ritorno dell’autunno e dell’inverno, calendario alla mano, quei 9 mesi stanno per scadere.


LE SPERANZE
In tutte le strutture serpeggia il timore che un calo dell’efficacia della copertura, specie a fronte delle nuove varianti del virus, possa esporre di nuovo al ferale rischio di ripiombare nel baratro di focolai, contagi e decessi. Si auspica quindi che dal Governo arrivino notizie circa l’eventuale disponibilità di procedere con una terza dose di vaccino per i pazienti fragili. Al momento tuttavia nulla vi è di certo.
«La questione è rilevante –spiega Francesco Lunghi, direttore sanitario del centro servizi per anziani di Monselice–. In merito ho scritto all’Ulss che, pur non avendo competenza decisionale diretta, spero possa far presente il problema in Regione. Dobbiamo sapere se i vaccini inoculati a inizio anno sono ancora efficaci. In alternativa gli ospiti si potrebbero sottoporre a dosaggio anticorpale per vedere quanti anticorpi hanno ancora, ma questo costo dovrebbe essere sostenuto dalla Ulss stessa, non può ricadere su di noi o sulle famiglie. Non dimentichiamo poi le varianti, a partire dalla Delta: anche in questo caso una nuova dose di siero capace di contrastare anche le mutazioni del virus sarebbe quanto mai utile».
«Il clima ora è tranquillo, ma lo diciamo sottovoce –aggiunge Roberta Meneghetti, presidente della casa di riposo di Merlara, tra le più colpite della provincia–. Il timore di nuove recrudescenze è serio, sarebbe un disastro. Per questo aspettiamo direttive per l’autunno e nel frattempo manteniamo controlli rigidissimi».
«Noi non abbiamo più avuto positivi da aprile, ma speriamo seriamente che arrivino indicazioni sulla terza dose di vaccino –chiosa Daniele Roccon, direttore del centro servizi Galvan di Pontelongo e del Craup di Piove di Sacco–. Pontelongo è stata la prima struttura per anziani nel padovano a diventare Covid free, ma la pandemia ha pesato moltissimo su situazioni già complesse, acuendole. Una nuova emergenza sarebbe davvero pesante».


L’ORGANIZZAZIONE
La maggior parte delle case di riposo sono tornate a riempirsi e sono riprese anche le visite dei parenti, seppur con norme rigide. A Merlara sono tutti vaccinati, ospiti e operatori, come pure a Monselice e alla casa di riposo di Noventa Padovana. E pure a Pontelongo e Piove di Sacco i numeri sono altissimi, con il 100% degli ospiti immunizzati e il 90% degli operatori. Ad accomunare le strutture sono anche gli alti indici di capienza.
«Con quello che abbiamo passato, il vaccino era per tutti noi la luce in fondo al tunnel –spiega ancora Meneghetti–. Siamo tornati alla capienza massima con 67 ospiti. Abbiamo ripreso a fare qualche festicciola, mentre le visite restano possibili solo all’aperto, senza contatto stretto e con Green pass o tampone negativo». Al completo anche Monselice, con 150 ospiti. «Per i nuovi ingressi servono 7 giorni di isolamento e il vaccino, cosa che allunga i tempi –spiega Roccon–. Sono anche scese le richieste, perché tante famiglie preferiscono tenere gli anziani a casa a meno di situazioni gravi e complesse. A Piove abbiamo 240 ospiti, a Pontelongo 90, ma soffriamo la carenza di personale: basti pensare che per vigilare sulle visite dei parenti, circa 10/15 al giorno, dobbiamo dedicare in via esclusiva due operatori». «Al momento abbiamo tutto occupato, con 96 ospiti –conclude Denis Cacciatori, direttore della Rsa di Noventa–. Le visite sono riprese, ma i controlli sono costanti perché la nostra priorità resta la tutela della salute dei nostri anziani».
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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