Case di riposo, la strage silenziosa del Covid: in tre mesi "neri" morti 294 anziani

Sabato 6 Febbraio 2021 di Elisa Fais, Maria Elena Pattaro
Anziani in casa di riposo
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PADOVA - Da novembre a gennaio la pandemia si è portata via 294 anziani ospiti nelle case di riposo. Quasi il 40% dei decessi Covid registrati in provincia, in totale 755, si è verificato nei centri anziani. Durante la seconda ondata il virus si è imposto con tutta la sua aggressività all’interno di alcune strutture del Padovano. Ci sono voluti due mesi per spegnere il focolaio che nell’ultima settimana di novembre si è abbattuto al Craup “Umberto I” di Piove di Sacco.
Nell’Rsa del Piovese, a causa del Coronavirus, hanno perso la vita trentuno ospiti. Particolarmente colpita è anche la casa di riposo di Noventa, tredici i decessi nell’ultimo periodo, dopo che in primavera la struttura era stata una delle poche a rimanere Covid-free. La scia di lutti tocca anche la casa di riposo Don Orione di Trebaseleghe, con ben ventitré decessi. Numeri drammatici si riscontrano a Borgo Bassano a Cittadella, dove l’ingresso del virus a inizio novembre ha causato altre sedici vittime. La corsa del contagio ha imperversato anche al Parco del Sole, centro anziani in via Boccaccio, in città. Numerosi casi sono stati individuati all’Oic e a Villa Imperiale, a Galliera Veneta.

QUADRO ALLARMANTE
Un quadro allarmante secondo il vicepresidente dell’Ordine degli infermieri di Padova, Andrea Merlo, con alle spalle una lunga esperienza dirigenziale nelle strutture per anziani e non autosufficienti. «Non si è riusciti, al termine dell’estate, ad attivare una riforma organizzativa che considerasse le strutture residenziali come luoghi di cura – spiega il dottor Merlo -: questa seconda ondata ha trasformato le Rsa in veri e propri reparti di medicina e lungodegenza. Con ospiti isolati e sottoposti a trattamenti medici intensivi e uno standard infermieristico che è rimasto per lo più invariato». C’è poi il problema della carenza di personale. «É da poche settimane che i fisioterapisti stanno riprendendo la loro piena operatività, nel tentativo di rafforzare le muscolature di pazienti sempre più provati da questi mesi di prolungato allettamento – continua - le attività sono sempre più ad alta intensità, ma con scarse risorse a disposizione. Continuano ad esserci realtà dove l’infermiere nel turno pomeridiano si ritrova ad assistere 70/80 ospiti per sopperire ad una carenza di organico che lo vede molto spesso saltare i riposi e le ferie e ad esporsi a rischi professionali altissimi.

Una carenza dovuta da un lato alla poca attrattività economica e alla scarsa valorizzazione professionale, dall’altro dalla necessità di migliorare l’accesso al percorso di studi, aumentando i posti per le lauree infermieristiche».

SPERANZA VACCINI
La campagna vaccinale sta dando una concreta speranza di ripartenza e di riapertura delle strutture. «Dare priorità alle vaccinazioni anche ai famigliari degli ospiti residenti nelle Rsa – dice Merlo - aiuterebbe il percorso di recupero psichico e sociale, garantendo un sostegno familiare indispensabile nel processo di assistenza». L’ultimo report di Azienda Zero sull’andamento della pandemia conferma il calo del contagio. Tra giovedì e venerdì sono stati registrate tre morti legate al Coronavirus e 201 nuovi casi nel padovano. I positivi al tampone sono 5.685. I ricoveri ospedalieri salgono a 387, tre in più. Negli ospedali di comunità sono assistite altre 55 persone. Gli 80enni stanno ricevendo via posta la convocazione per il vaccino antiCovid. In merito all’esibizione del libretto vaccinale all’appuntamento, l’Ulss 6 Euganea precisa che tutti riceveranno comunque la dose destinata, anche chi non lo avrà con sé. Sarà sufficiente esibire la documentazione medica recente e comunicare i farmaci assunti.

LA MORTE DI TERESA
Il Covid ha colpito ancora nella casa di riposo di Este: mercoledì mattina si è spenta Teresa Facciolo, 88 anni, di Borgo Veneto. L’anziana, vedova di Cleofe Vigato e madre di Paolo e Carla, era ospite della Fondazione Santa Tecla da ormai dieci anni, poco dopo la diagnosi di Alzheimer. Il contagio da Coronavirus risale invece a inizio anno: il tampone ha dato esito positivo il 5 gennaio, una settimana prima di ricevere la prima dose di vaccino. «Ero molto preoccupata per lei, telefonavo tutti i giorni per capire come stava – racconta la figlia Carla – i primi sei giorni non aveva sintomi. Ma in quel lasso di tempo il virus ha lavorato. Tanto che poi mamma è caduta in uno stato di torpore e non mangiava più». Due settimane fa la saturazione è scesa sotto il livello di guardia. Colpa della broncopolmonite, come constatato al termine degli accertamenti fatti all’ospedale di Schiavonia. Eppure l’anziana non è stata ricoverata e mercoledì mattina è deceduta. «Intendo fare chiarezza sulle cause del decesso e sulle circostanze che hanno portato a questo epilogo» afferma la figlia, che ha già contattato un legale, decisa a capire se la casa di riposo e l’ospedale hanno fatto tutto il possibile per salvare la madre. Teresa abitava a Santa Margherita d’Adige e da giovane faceva la sarta in un piccolo laboratorio. Dopo le nozze si era dedicata soprattutto alla famiglia continuando però a fare piccoli lavori di sartoria tra le mura domestiche.Oggi alle 10 l’addio nella chiesa di Santa Margherita.

Foto nel testo: Il Craup di Piove di Sacco, 31 vittime (archivio Gazzettino)

Ultimo aggiornamento: 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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