Case di riposo, un ospite su dieci è positivo: i morti ora salgono a 230

Sabato 12 Dicembre 2020
Case di riposo, un ospite su dieci è positivo: i morti ora salgono a 230

PADOVA Come la prima ondata.

Anzi, peggio. Durante l'estate le case di riposo padovane hanno messo la corazza per farsi trovare pronte, ma aumentare controlli e protezioni non è bastato. La lista dei decessi si allunga giorno dopo giorno, l'allarme è cresciuto ulteriormente nelle ultime ore e le tabelle ufficiali diffuse ieri dalla Regione parlano di 230 morti da febbraio ad oggi. Ciò significa che sulle 636 vittime complessive registrate in tutta la provincia di Padova, più di un terzo stava negli ospizi. Un mese fa nelle 37 strutture gli anziani contagiati erano 73, pari all'1,6% del totale. Oggi i positivi sono schizzati a 459, più di uno su dieci. I numeri raccontano una situazione drammatica, riassunta l'altro ieri con questa metafora dal presidente della casa di riposo di Noventa: «Maneggiamo cristalleria antica, basta un suono con una frequenza sbagliata e si può rompere un bicchiere. Dobbiamo stare attenti a ogni dettaglio e può comunque non bastare».

 
I FOCOLAI

La primavera era stata tremenda: tre mesi da incubo e 141 vittime. Se ne sono aggiunte altre 89 concentrate quasi tutte negli ultimi due mesi. I focolai sono stati tanti: Borgo Bassano di Cittadella ha contato 15 decessi, Villa Breda a Campo San Martino è arrivata a quota 6. Sono invece 13 i morti registrati al Craup di Piove di Sacco. Una sola buona notizia: cala il numero degli operatori sanitari contagiati. Un mese fa erano 78 mentre oggi sono 53. Poco più dell'uno per cento. 


LE DIFESE

Le strutture si difendono in ogni modo. Investono soldi per gli impianti di sanificazione, eseguono tamponi di massa ogni settimana o al massimo ogni 20 giorni, prevedono la quarantena in una stanza isolata per i nuovi ospiti. Ma non basta. Infermieri e operatori sanitari sono persone che hanno famiglie e vite fuori dalle case di riposo: basta che uno di loro sia contagiato, anche asintomatico, per scatenare un focolaio. È quello che è successo più volte in questi ultimi mesi. Se ci aggiungiamo che ovviamente gli ospiti sono spesso persone particolarmente fragili (a Noventa l'altro ieri sono morti tre anziani che erano tutti malati terminali) capiamo perché la percentuale di decessi sia così alta. 


LE LETTERE

Situazioni difficili si sono verificate anche in diverse realtà padovane, dal Parco del Sole all'Oic passando per l'Ira. È in questo scenario che l'assessora al Sociale Marta Nalin ha scritto una lunga lettera a tutte le Rsa per far sentire la vicinanza e l'aiuto del Comune. «In questi giorni è frequente pensare a tutte le persone che non potranno trascorrere le feste in serenità con i propri cari. Ovviamente ci preoccupano in modo particolare i nostri anziani, in particolare quelli che risiedono nelle Rsa. Come amministrazione non abbiamo una competenza diretta su questi enti, ma sentiamo come un dovere poter offrire il supporto possibile anche nelle cose semplici. Siamo a disposizione, per quanto di competenza, per ogni necessità e supporto, nella convinzione che in momenti difficili sia più che mai importante unire le forze». 
«Per primi - prosegue - ribadiamo che l'accesso alle strutture che ospitano i nostri anziani debba necessariamente avere regole stringenti, per tutelare innanzitutto le persone ospiti e le loro fragilità. Tuttavia vogliamo offrire il nostro supporto per individuare forme di vicinanza possibile, in sicurezza». Lo sguardo è rivolto alla stanza degli abbracci creata dalla casa di riposo Domenico Sartor di Castrelfranco, dove anziani e familiari possono avere un contatto fisico tramite una speciale tenda di plastica anti-contagio: «Siamo a disposizione - assicura l'assessora Nalin - perché soluzioni innovative vengano realizzate anche nella nostra città». 
Il presidente della casa di riposo di Noventa, Denis Cacciatori, ha invece deciso di scrivere una lettera ai familiari della struttura dove si è registrato un importante focolaio. «Abbiamo predisposto - spiega - delle assunzioni straordinarie per sopperire alla diminuzione temporanea del personale». Ai familiari che vivono giorni di paura e dolore è stato garantito che sarà garantita una videochiamata settimanale con gli ospiti e due chiamate settimanali da parte del personale per aggiornamenti sulla condizione degli anziani. L'unico modo per colmare una distanza che a Natale farà ancora più male. 


Gabriele Pipia
(Ha collaborato C. Arcolini)
 

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