Trasporti: i soldi andavano pagati. I Comuni "saldano" per le linee

Giovedì 29 Settembre 2022 di Mauro Giacon
Va avanti da cinque anni la lite sui contributi

PADOVA Tre dei comuni ribelli pagheranno. Si parla di un conto milionario ma la somma sarà più chiara quando i rispettivi consigli comunali approveranno la cifra che devono a Busitalia (erede di Aps) per un servizio con biglietti a costo calmierato che ad un certo punto non hanno più voluto saldare. È durata cinque anni la guerra dei bus.

Alcuni comuni della cintura non volevano più pagare il contributo integrativo per l’allungamento delle corse anche fuori del capoluogo, affermando che quel costo/servizio era già coperto del contributo regionale girato ai gestori del trasporto. Eppure avevano firmato una convenzione che lo prevedeva. In cambio, dal gestore del trasporto pubblico hanno ricevuto biglietti a prezzo calmierato per i residenti (1,50 euro per 90 minuti) quando in città è 1,30. Ma i giudici del Tar sono stati chiari: i pagamenti “costituiscono chiaramente un’integrazione volta a compensare un’agevolazione o mitigazione tariffaria imposta al gestore”.

La battaglia

È andata bene dal 2001 al 2017 quando una serie di comuni ha rigettato l’intesa, affermando che quei soldi non erano dovuti perchè già compresi nel contributo generale. Sono seguite battaglie su battaglie: al Tar, al Consiglio di Stato e nei tribunali civili - alcune ancora in corso - Ma le sentenze sono state tutte negative per le amministrazioni. E così Selvazzano, Vigodarzere e Albignasego hanno deciso di chiudere mentre Ponte S. Nicolò, Abano, Cadoneghe e Rubano hanno preso strade diverse. Abano ha sempre pagato mentre Ponte S. Nicolò dal 2017 non ha più assunto l’impegno di spesa a bilancio, ma il servizio è continuato e finora nessuno ha impugnato la decisione. Cadoneghe è rimasta alla finestra ma già l’11 settembre 2019 al Comune era arrivata da Busitalia la richiesta perentoria di pagare 364.417,22 euro a copertura del servizio svolto dalla linea 4: 242.944,87 per l’anno 2018 e 121.472,41 per i primi mesi del 2019. Il Comune non ha condanne nè contenziosi aperti ma ritiene di avere ragioni da sottoporre a un confronto ed è in trattativa. Ora come ora solo Rubano è ancora in tribunale. Il dovuto per i comuni ribelli è oltre i 7 milioni. Alla fine ieri la Giunta comunale di Padova ha preso atto della volontà “transattiva” di tre comuni e ha approvato lo schema facendo sapere che Busitalia ha concesso uno sconto del 10 per cento sul dovuto. Le spese legali invece le pagheranno tutte nei confronti del Comune di Padova: 22mila euro per Albignasego e 20mila per Vigodarzere. Il sindaco Adolfo Zordan: «Non ricordo la cifra esatta ma andremo in consiglio a breve per approvarla. Comunque abbiamo sempre accantonato il denaro in questi anni. Non ci sono problemi». Anche Filippo Giacinti si limita ad affermare che «La porteremo in Consiglio». Per il suo comune si parla di circa 500mila euro all’anno dada moltiplicare per 4.

Primi pagamenti

Selvazzano ha già deciso. Pagherà 1.071.000 euro, invece che 1.200.000 euro, per le quote mancanti del 2019, 2020, e parte del 2021, comprendendo anche i 402mila euro che Selvazzano è stato condannato a pagare dal tribunale per il 2018. L’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona: «Si chiude un capitolo che sarebbe stato meglio non aprire. E lo si chiude dando ragione a quello che sosteneva il Comune. Ora si mette la pietra tombale ma quante energie e soldi spesi che avremmo potuto mettere in altre cose». Sulla stessa linea l’assessore all’Avvocatura, Diego Bonavina: «Ringrazio i nostri avvocati, hanno fatto un ottimo lavoro facilitati dall’appoggio delle amministrazioni comunali. Ora resta aperto solo il caso di Rubano».

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