Il Comune "arruola" i condannati, accordo per l'impiego in lavori di pubblica utilità invece della pena

Lunedì 19 Giugno 2023 di Nicola Benvenuti
MUNICIPIO - A Conselve si "arruolano" i condannati per lavori di pubblica utilità
CONSELVE - Anche il Comune di Conselve ha aderito alla legge che prevede lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, da parte di indagati, imputati e condannati, presso i servizi amministrativi del proprio ente. Il lavoro di pubblica utilità è una sanzione penale e consiste nella prestazione di un’attività lavorativa non retribuita a favore della collettività: l’attività può essere svolta presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti e organizzazioni di assistenza sociale o volontariato.
L’ITER
L’attività viene svolta presso gli Enti che hanno sottoscritto con il Ministro, o con i presidenti dei Tribunali delegati apposita convenzione. Originariamente il lavoro di pubblica utilità era previsto nei procedimenti di competenza del giudice di pace, ma successivamente è stato esteso a numerose e diverse fattispecie penali. Così è accaduto nei mesi scorsi, dopo una interlocuzione tra Comune di Conselve e Tribunale di Padova. Ad illustrare la convenzione è il consigliere comunale di maggioranza Marco Casella, che di professione è avvocato: «L’amministrazione comunale, attenta alle esigenze della giustizia penale che, sempre più orientata al proprio decongestionamento, continua ad introdurre nell’ordinamento misure alternative alle pene pecuniarie e detentive - ha fortemente voluto sottoscrivere una convenzione che offre, in favore di indagati, imputati e condannati, la possibilità di uscire sin da subito dal processo penale e, addirittura, di evitare l’ingresso in carcere. In particolare, possono usufruirne, poiché trattasi oggigiorno di reati tra i più diffusi, specialmente tra i giovani, coloro i quali vengono sorpresi alla guida in stato di ebbrezza o in stato di alterazione da sostanze stupefacenti».
I TEMPI
Sia l’istituto della messa alla prova, da attuarsi nel corso del processo, sia la sostituzione delle pene pecuniarie e detentive, che hanno luogo contestualmente alla sentenza di condanna, offrono all’interessato, mediante i lavori di pubblica utilità, la possibilità di intraprendere una pronta rieducazione ed una imminente risocializzazione, in conformità a quanto previsto dalla Costituzione. In concreto la convenzione prevede che a Conselve possano essere assegnati fino ad un massimo di due persone per volta per un massimo giornaliero di 8 ore lavorative. Le persone saranno impiegate per svolgere più funzioni. In particolare prestazioni di lavoro per finalità sociali e socio sanitarie nei confronti di persone, alcoldipendenti e tossicodipendenti, diversamente abili, malati, anziani, minori, stranieri. Oppure prestazioni di lavoro per la fruibilità e la tutela del patrimonio culturale e archivistico, inclusa la custodia di biblioteche, musei, gallerie o pinacoteche, prestazione di lavoro nella manutenzione e fruizione di immobili e servizi pubblici, inclusi ospedali e case di cura, o di beni del demanio e del patrimonio pubblico, compresi giardini, ville e parchi, con esclusione di immobili utilizzati dalle forze armate o dalle forze di polizia, ma anche prestazioni di lavoro inerenti a specifiche competenze o professionalità del soggetto. 
I CONTROLLI
Il servizio viene monitorato nel tempo da un tutor che ha il compito di coordinare e verificare l’attività di pubblica utilità o di messa alla prova del soggetto interessato. Per il consigliere Marco Casella, che ha seguito l’iter: «Queste attività non retribuite sono una valida alternativa al carcere che, purtroppo, non sempre si rivela un luogo favorevole alla rieducazione». 
Ultimo aggiornamento: 07:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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