Inchiesta sui migranti a Ferrara: la cooperativa padovana va a processo

Martedì 13 Febbraio 2024 di Gabriele Pipia
Inchiesta sui migranti a Ferrara: la cooperativa padovana va a processo

PADOVA - Per altri dieci indagati era stata chiesta l’archiviazione ma per lui l’inchiesta è rimasta aperta e ora arriva anche il decreto di citazione diretta a giudizio. Marco Callegaro, presidente della cooperativa sociale “Un mondo di gioia” con sedi a Padova, Cartura e Monselice, va a processo per truffa e frode in pubbliche forniture. L’atto, firmato dal pubblico ministero della Procura di Ferrara Andrea Maggioni, è legato ad un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza sulla gestione dei migranti in Emilia Romagna. 
Gli investigatori si sono concentrati sull’incongruenza tra i fondi pubblici ottenuti e quelli effettivamente spettanti alle cooperative. Si parlava inizialmente di tredici indagati, tutti responsabili delle varie coop in campo per l’accoglienza sotto il coordinamento della prefettura di Ferrara. La maggior parte delle posizioni è stata stralciata ma non quella di Callegaro, padovano originario di Este. 
 

LE MOTIVAZIONI
Callegaro, in qualità di legale rappresentante di “Un mondo di gioia”, è accusato di aver messo in atto artifizi e raggiri presentando fatture senza omettere le spese di natura personale e altre spese estranee al progetto d’accoglienza. In questo modo la cooperativa padovana avrebbe ricevuto per la sua attività in Emilia una cifra maggiore rispetto a quella che avrebbe dovuto ricevere. Ci sono anche le cifre esatte di questo presunto profitto: 8.819 euro nel 2018 e 14.082 nel 2020. 
Sempre secondo l’accusa Callegaro avrebbe anche inadempiuto con frode all’esecuzione del contratto facendo mancare in tutto o in parte materiali ed opere necessarie al servizio previsto nell’appalto. In aprile si terrà l’udienza predibattimentale. 
 

IL PROFILO 
“Un mondo di gioia” è un ente accreditato attivo da anni nella gestione dell’accoglienza migranti anche nel Veneziano e nel Trevigiano. L’anno scorso ha pure ricevuto un premio dall’Agenzia Onu per i rifugiati per il proprio impegno e soprattutto per la promozione dell’inserimento lavorativo dei migranti nelle aziende. 
Nell’ondata migratoria della scorsa estate la coop è tornata in prima linea nel Padovano mettendosi a disposizione della prefettura di Padova e ottenendo un affidamento per gestire l’accoglienza nella prima palazzina attivata all’aeroporto Allegri. La coop padovana, essendo semplicemente sotto inchiesta in un procedimento ancora in corso, poteva mettersi a disposizione. Lo scorso ottobre il prefetto di Padova Francesco Messina, intervistato dal Gazzettino, aveva spiegato: «Noi svolgiamo un’importante attività di vigilanza sull’attività delle cooperative in provincia di Padova e se riscontriamo irregolarità interveniamo. C’è un procedimento penale in corso, se si arriverà ad una eventuale sentenza di condanna sarà valutata la situazione anche da parte nostra».
 

LA POSIZIONE 
A settembre invece la cooperativa, sempre interpellata dal Gazzettino, aveva affidato la propria risposta ad una lunga nota firmata da Cda e Consiglio direttivo. «La posizione di indagato assunta dal presidente non deriva certo da condotte attive od omissive alla stesso direttamente addebitabili, ma discende dal suo ruolo di legale rappresentante dell’ente - si leggeva -. La cooperativa si è sempre dichiarata totalmente estranea ai supposti fatti di reato ed ha collaborato spontaneamente ed attivamente con la Procura della Repubblica di Ferrara per chiarire qualsiasi dubbio circa la condotta di Un Mondo di Gioia, da sempre improntata al rispetto delle normativa ed alla leale collaborazione tra enti ed istituzioni».
«Un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio a carico del legale rappresentante della cooperativa - continuava la nota - non equivarrebbe ad una affermazione di colpevolezza e non è in alcun modo ostativa al proseguo delle attività della Cooperativa attualmente in essere. Giova evidenziare, infine, che la scrivente impresa sociale non ha mai interrotto le collaborazioni con la Prefettura di Ferrara ma che, anzi, le stesse sono andate via via implementandosi, a riprova della correttezza e trasparenza dell’azione».
 

Ultimo aggiornamento: 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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