Padova. Chiusura del Borgomagno, passeggiata di protesta di Ascom. E l'attacco all'assessore Ragona

Bertin: «Non è possibile che la politica e, soprattutto, l'ideologia, mettano in grande difficoltà tutta la città. Vogliamo dimostrare a Ragona che questo cavalcavia è fondamentale per l'Arcella»

Venerdì 2 Giugno 2023 di Alberto Rodighiero
Passeggiata di protesta di Ascom per la chiusura del Borgomagno

PADOVA - «Mi viene da dire che forse Ragona non è un assessore adatto ad una città come Padova». Ormai tra l'Ascom e l'amministrazione Giordani sulla chiusura del cavalcavia Borgomagno è scontro totale. A dire il vero, ad essere entrata nel mirino del presidente Patrizio Bertin non è l'intera maggioranza che fa capo a Sergio Giordani. Il suo obiettivo sono, infatti, le politiche ambientaliste portate avanti da Coalizione civica, quindi il dito puntato è contro l'unico esponente arancione in giunta, ovvero l'assessore alla Mobilità Andrea Ragona. Per ribadire tutta la contrarietà dell'associazione di categoria rispetto alla decisione di chiudere al traffico la corsia del cavalcavia che dal centro porta all'Arcella, ieri mattina Bertin ha organizzato, assieme ad alcuni associati, una passeggiata di protesta che, dai piedi del Borgomagno, attraversando via Tiziano Aspetti (alle 11 era semi deserta) è arrivata praticamente a viale Arcella.

La protesta

«Non è possibile che la politica e, soprattutto, l'ideologia, mettano in grande difficoltà tutta la città - ha esordito prendendosela subito con l'assessore - Oggi vogliamo dimostrare a Ragona che questo cavalcavia è fondamentale per l'Arcella, il più grande quartiere della città, un'area strategica per il commercio, ma anche dal punto di vista immobiliare».
«Isolare in questo modo l'area nord della città non ha alcun senso. Per questo chiediamo all'assessore di intervenire immediatamente e di liberare il ponte - ha rincarato la dose - Oggi Padova è prigioniera di questo provvedimento. Quando, a breve, partiranno i lavori del Sir 3, io non so proprio come andremo a finire. Noi non abbiamo nulla contro il tram, ma serve un piano del traffico serio che permetta alla gente che si deve muovere in auto di non rimanere sempre in coda».

Le ipotesi e le difficoltà

«In questi giorni è circolata l'ipotesi di creare un doppio senso di marcia nella corsia che dall'Arcella porta verso viale Codalunga, posizionando un paio di semafori. In pratica utilizzare il cavalcavia diventerebbe come attraversare lo stretto di Messina, questa è follia pura - insiste - Serve un po' di serietà. L'amministrazione continua a dirci che la chiusura del Borgomagno non è un problema perché, in alternativa si può utilizzare il Sarpi Dalmazia. Consiglio i rappresentanti della giunta di mettersi in coda e poi si renderanno conto dei tempi di percorrenza optando per questa soluzione. In questo modo si aumenta sempre più l'inquinamento e si seguono delle scelte che non hanno alcuna logica. È inaccettabile che si peggiori in questo modo la qualità della vita dei padovani».

«Molti commercianti ci contattano dicendoci che oggi la situazione nel quartiere è insostenibile.

La prima Arcella sta soffrendo moltissimo. L'amministrazione deve intervenire velocemente. Non vogliamo sapere di prese di posizione politiche, pretendiamo risposte concrete. Siamo contrari a questa chiusura e chiediamo a Ragona di trovare una soluzione per superare le difficoltà legate a questo provvedimento».

Le testimonianze

«Io gestisco due panifici all'Arcella - ha raccontato Paola Bargordo - e la chiusura del cavalcavia sta pesando moltissimo sul mio giro d'affari. Prima il Covid, poi il caro bollette e adesso il Borgomagno, rispetto all'anno scorso le vendite sono dimezzate. Prima davanti alle vetrine non c'era un posto auto libero, ora c'è un sacco di spazio e a fine giornata si avanzano chili e chili di pane. Se si continua così, si rischia la chiusura».
«L'Arcella rischia di diventare un grande ghetto - ha concluso Silvia Dell'Uomo che è presidente degli agenti immobiliari e mediatori d'affari dell'Ascom - la chiusura del cavalcavia contribuisce a isolare il quartiere. Un dato su tutti: in città il valore medio al metro quadro è di 1.500 euro, all'Arcella si attesta attorno agli 800 euro». 

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Ultimo aggiornamento: 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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