Cavalcavia Borgomagno chiuso, adesso scatta lo scontro politico

Domenica 23 Aprile 2023 di Nicoletta Cozza
CAVALCAVIA BORGOMAGNO -

PADOVA - Il Borgomagno, infrastruttura che unisce l’Arcella al centro, paradossalmente ora la divide. Perché a 24 ore dalla decisione del Comune di tenere chiuso definitivamente il ponte alle auto è scoppiata una polemica accesissima tra favorevoli e contrari. Buona parte dei commercianti esprime disappunto e poi ci sono pure posizioni inaspettate, come per esempio quella dell’attuale presidente della consulta 2 Nord Carlo Forner, il quale non risparmia i toni per evidenziare il suo diniego, mentre chi era prima di lui al vertice del cdq, cioè Etta Andreella si schiera con l’indicazione espressa da Andrea Ragona, assessore alla Mobilità. E proprio quest’ultimo ieri è tornato sui motivi che lo hanno indotto a proporre in giunta il provvedimento, incassando il parere favorevole.
 

IL COMUNE
«La differenza tra me e Peghin - ha osservato, rispondendo a un post sui social in cui il leader dell’opposizione critica la chiusura - è che io devo scegliere in maniera ponderata, mentre lui ragiona in modo ideologico. Quando i tecnici ci invitano a riflettere che nonostante la chiusura del ponte la viabilità non ha avuto problemi, il trasporto pubblico, e quindi migliaia di arcellani, ne ha avuto beneficio, e che soprattutto è opportuno diminuire lo stress di un ponte che a breve deve essere completamente rifatto, che cosa dovrei fare? Ignorare?». «La verità - ha detto ancora Ragona - è che la promiscuità fra il tram e le auto, li danneggiava, perché finivano entrambi in coda. La scelta è quindi obbligata, per creare minor disagio all’Arcella. Un bellissimo quartiere di cui ora il centrodestra si fa paladino, ma che per il resto dell’anno denigra come il peggiore. Noi crediamo invece che necessiti di scelte ponderate e non ideologiche. Per quanto riguarda poi il presidente della consulta, non vorrei che la posizione di Forner sia di attaccare la forma per una questione di sostanza, ovvero che usi l’argomento della comunicazione per dire che in realtà preferisce tenere macchine, bus e tram in coda».
 

L’OPPOSIZIONE
Francesco Peghin, competitor di Sergio Giordani alle amministrative dell’estate scorsa, e ora consigliere comunale, sui social ha sottolineato: «La notizia di non riaprire più la corsia del Borgomagno in direzione Arcella ad auto e motoveicoli, adducendo motivazioni incredibili, sembra un pesce d’aprile in ritardo, ma non lo è. Doveva tornare fruibile a metà di questo mese, poi a maggio, e ora mai più, perché il traffico attraverso i percorsi alternativi sembrerebbe non dare problemi. Peccato non sia assolutamente cosi. Basta provare a immettersi sul cavalcavia Sarpi/Dalmazia alle 8/9 di mattina e verificare. Ancora una volta bugie, come per i cantieri, il percorso delle future linee del tram su binari, la chiusura del parcheggio di Piazza Insurrezione senza avere ancora deciso nulla per la Prandina, raccontando la barzelletta che i nuovi posti del Park Contarine sarebbero sufficienti». «Spero - ha proseguito - che che quando i tanti nodi verranno al pettine non sia troppo tardi per porre rimedio ai danni che si stanno prospettando per gli ignari cittadini padovani».
E Ubaldo Lonardi, anch’egli membro dell’opposizione nel parlamentino di Palazzo Moroni, nonché medico arcellano, ha rincarato: «Siamo di fronte alla follia di un’amministrazione che odia chi usa l’auto per andare a lavorare, a fare acquisti, o accedere ai servizi per la salute. Così facendo il traffico si scarica nelle vie interne, ma chi ha deciso pensa solo ai dipendenti pubblici che vanno al lavoro fischiettando in bicicletta, senza tenere conto di chi la macchina non lo utilizza per divertimento, dato quello che costa acquistarla e mantenerla, ma per necessità. In nessuna città si impedisce alle auto di girare, mentre qui avviene per motivi ideologici. Io stesso usando il ponte della Fiera, o il Sarpi Dalmazia, ci metto 20 minuti per arrivare dal centro nel mio ambulatorio all’Arcella, mentre dal Borgomagno me ne bastavano 7: negli altri 2 accessi, infatti, le code si verificano a tutte le ore».
 

LA CONSULTA
Non usa mezzi termini, poi, Forner sulla scelta e sul modo di comunicarla: «Il 2 maggio abbiamo convocato una riunione della Consulta, a cui invitiamo il sindaco e Ragona - ha osservato - per capire in primis se ha deciso l’assessore o la giunta, e chiederemo anche come mai non siamo stati coinvolti, visto che abbiamo saputo la notizia dai giornali.

Se è stata decisa la chiusura, evidentemente ci sono già i tempi dell’alta velocità e del ponte nuovo, o dobbiamo rimanere con questi cavalcavia laterali che non portano benefici, ma traffico, e vicino ai quali non ci sono attività? I commercianti sono infuriati e preoccupati perché hanno registrato una flessione del 30% degli introiti durante quella che doveva una fase temporanea, e quindi se il Borgomagno rimarrà chiuso le perdite diventeranno strutturali. No, non va bene. Certo, il traffico si è spostato nei 2 assi alternativi, però anche i negozianti di San Carlo sentono la mancanza del flusso precedente, così come quelli della prima Arcella, e si chiedono che senso abbia realizzare un parcheggio in assenza delle auto. Infine, ci sarà un incremento dei negozi gestiti da persone non italiane, con il rischio di creare un ghetto. E nei locali sfitti ci andrà solo chi si adatterà a vivere là, o, peggio ancora, farà attività illecite».


Invece un plauso allo “stop” arriva da Etta Andreeella. «Come ex presidente del quartiere - ha concluso - credo che la decisione dovesse essere presa ancora in passato. Certo, si poteva gestire meglio, e ora va un po’ aggiustata, dando maggiori informazioni, descrivendo bene i percorsi che si possono fare e offrendo alle persone la possibilità di valutare la cosa. Chi sostiene che con la chiusura del Borgomagno falliranno i negozi, mi ricorda chi diceva lo stesso prima dell’arrivo del tram, ma abbiamo visto che non è stato così. L’Arcella non resterà isolata, perché ci sono altri 2 collegamenti, che svolgono la medesima funzione: è solo una questione di abitudine, tenuto conto che se sul cavalcavia transiteranno solo i mezzi pubblici, questi ultimi saranno in orario. Gli arcellani che si spostano in tram, autobus, biciclette o motorino, saranno d’accordo, mentre chi usa l’auto avrà un po’ da ridire, ma per me dal centro è una banalità effettuare un percorso, piuttosto che l’altro per arrivare in quartiere».

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