Cellulare alla guida: boom di multe. La polizia locale aumenta i controlli

Lunedì 22 Maggio 2023 di Mauro Giacon
La polizia locale durante un controllo alla circolazione in corso Milano

PADOVA - Ormai se c’è un’auto che rallenta all’improvviso, o cambia corsia di scatto, quello è un automobilista distratto dal fatto che sta usando il telefonino. Un fenomeno di cui ci possiamo rendere conto ogni giorno quando qualcuno, davanti a noi, non vede il verde che scatta e tocca suonargli, oppure fa di peggio, frenando improvvisamente. E a dirla tutta la chiamata è il minimo visto che potrebbe controllare la posta, navigare nel web, sbirciare Facebook, rilanciare un tweet, mettere un “mi piace” su Instagram e magari ordinare la cena a domicilio.
«Poniamo la massima attenzione sull’uso indiscriminato del cellulare alla guida, che è diventato in molti casi una specie di droga - spiega il comandante della polizia locale Lorenzo Fontolan -. «Abbiamo deciso di concentrare i nostri controlli su un problema sempre più diffuso e che da origine a sempre più incidenti stradali».

Il fenomeno

Eppure i numeri sono impietosi. Il fenomeno prima del Covid produceva in città circa mille multe l’anno. Poi è arrivato il 2021 e siamo scesi a 600. L’anno scorso siamo risaliti a 622. E quest’anno fino ad aprile sono state 216. Il che significa una media di due multe al giorno stimando che nel periodo estivo il traffico cittadino diminuisce. Oggi la multa è una delle più alte. 
Chi allontana anche una sola mano dal volante per stare sullo smartphone, può prendere da 165 a 660 euro di sanzione (ridotta del 30% con pagamento entro 5 giorni), più la perdita di 5 punti sulla patente. In caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione si applica la sanzione accessoria della sospensione della patente da 1 a 3 mesi.

Messaggiare

«Non si tratta solo di guidare parlando al telefono (la maggior parte delle auto è ormai dotata di apparecchiatura vivavoce), ma soprattutto dell’uso della messaggistica: sono sempre di più gli automobilisti padovani sorpresi a inviare un messaggio testuale o anche un vocale su WhatsApp.

Tutti comportamenti che distraggono dalla guida e che quindi sono pesantemente sanzionati» continua Fontolan.

La repressione

«Dunque abbiamo deciso di mettere in campo gli agenti motociclisti, che sono quelli che possono intercettare con maggiore precisione questi comportamenti – sottolinea il comandante –. Li utilizziamo nelle strade a maggior circolazione, come la circonvallazione e gli assi di ingresso in città. Potremmo anche fare servizi in borghese ma credo sia meglio lavorare senza l’effetto sorpresa per una questione di trasparenza». Questo anche se la Cassazione ha ritenuto del tutto legittima la procedura di contestazione differita dell’infrazione per uso improprio dello smartphone durante la guida.
«Però non puntiamo solo sulla repressione, anzi. Da anni investiamo migliaia di ore nelle scuole per insegnare l’educazione alla guida ai ragazzi. Che sono proprio quelli maggiormente dipendenti (ormai dai 10 anni in su) e che dovranno a un certo punto prendere la patente. «Bisogna investire in educazione più che sull’inasprimento delle pene e noi lo stiamo facendo».

I rischi

C'è un esempio efficace su quello che può produrre la distrazione da cellulare alla guida. Nel tempo medio in cui si abbassano gli occhi per guardare un telefonino (20 secondi) se si è alla guida di un veicolo che procede a 100 chilometri orari si percorre senza guardare la strada una distanza pari a cinque campi di calcio.

Ultimo aggiornamento: 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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