CADONEGHE - Via libera definitivo della Prefettura ai due autovelox sulla 307 a Cadoneghe. Lo scorso 4 aprile è stato firmato il decreto prefettizio che autorizza l’installazione dei due apparecchi che dovranno servire per rallentare gli automobilisti con il piede pesante. E in questi giorni l’amministrazione comunale ha affidato l’autorizzazione di alcuni interventi preparatori che prevedono l’esecuzione di opere per l’alimentazione elettrica dei due rilevatori di velocità. Già a settembre dell’anno scorso la Prefettura aveva accolto la richiesta presentata dal Comune per l’installazione di due autovelox lungo la strada regionale 307 (strada del Santo), all’altezza del chilometro 6+150 in direzione Castelfranco Veneto e all’altezza del chilometro 7+100 in direzione Padova. Il via libera di piazza Antenore segue quello rilasciato da Veneto Strade, l’ente proprietari del tratto, dopo il report dettagliato, presentato a maggio dell’anno scorso, preparato dagli agenti ella polizia locale di Cadoneghe, corredato da dati e da prove che dimostrano il ripetersi di comportamenti pericolosi assunti da alcuni automobilisti.
TRATTO PERICOLOSO
Negli ultimi cinque anni, infatti, nel tratto della 307 che attraversa Cadoneghe sono stati rilevati 69 incidenti, di cui 35 con feriti. La strada presenta un volume di traffico molto elevato e molti utenti violano i limiti che, nei tratti urbani, arrivano ai 50 chilometri orari. Sempre la polizia locale, in una serie di appostamenti avvenuti tra il 23 e il 28 marzo 2022, hanno verificato oltre 30mila passaggi: ben 1.239 utenti tra automobilisti e motociclisti hanno famiglie che risiedono nella zona dove il limite è di 50.
LA PETIZIONE
«La genesi di questo intervento nasce dalla petizione di 80 famiglie residenti della zona che hanno fatto un appello per la messa in sicurezza del tratto stradale – ha detto il sindaco Marco Schiesaro –, perché non ne potevano più di vedere auto sfrecciare a folle velocità. Ringrazio particolarmente la polizia locale e il responsabile del servizio operativo, Giampietro Moro, che, con un lavoro certosino, ha documentato il rischio rappresentato dal comportamento scriteriato di non poche persone.
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