Greta non può leggere, ecco la casetta per condividere libri ed emozioni

Domenica 23 Giugno 2019 di Lorena Levorato
La casetta dei libri di Greta
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CADONEGHE Greta ha dieci anni e due grandi occhi neri che guardano il mondo. Greta non può parlare, non può leggere, non può comunicare le sue emozioni, ma comprende benissimo l’amore smisurato della sua famiglia, dei sui fratelli e di sua mamma Gigliola. Che per lei ha creato con le sue mani una casetta di legno con “I libri di Greta” che pian piano stanno conquistando il paese. Prendi un libro, porta un libro: il meccanismo è semplice, ma geniale allo stesso tempo. «La mia idea “I libri di Greta” prende spunto da altre casette di libri che ho avuto modo di vedere in giro, in particolare in montagna, dove si prendono e si lasciano gratuitamente - racconta Gigliola Gilioli, 46 anni, mamma di Greta e creativa a tempo pieno -, ma per me che amo scrivere, leggere e creare è stato un modo per lanciare un messaggio. Partendo dalla disabilità di Greta, che non può parlare, né leggere, né comunicare le sue emozioni, mi è piaciuta l’idea che altri bambini, ragazzi ma anche adulti potessero leggere per lei, condividendo magari anche solo virtualmente una lettura, un’emozione che ogni libro, ogni storia possono dare».
 
LA MALATTIA
Greta, che ha frequentato la classe quarta della scuola primaria “Zanon” di Cadoneghe, ha la sindrome di Rett, dal nome del neurologo austriaco Andreas Rett che l’ha scoperta. È una rara patologia neurologica dello sviluppo, che colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile. La malattia congenita si manifesta durante il secondo anno di vita e comunque entro i primi quattro anni, e interessa il sistema nervoso centrale, ed è una delle cause più diffuse di grave deficit cognitivo. Non è facile per un genitore accettare e convivere con questo destino crudele, però come nel caso di Gigliola anche la fantasia e la creatività possono aiutare.
LE FAVOLE
«Con “I libri di Greta” si è creata una straordinaria energia positiva che sta contagiando anche lei - continua Gigliola - mi piace l’idea che qualcuno vedendo la casetta si fermi, apra la porta e scelga un libro. E magari dopo qualche giorno ne porti un altro. Con questa iniziativa ho dato un nuovo senso alla mia vita e a quella di Greta; ho deciso di dare una svolta in senso creativo a quello che ci è accaduto. Ogni tanto mi capita di trovare, insieme a libri nuovi e mai letti, messaggi di incoraggiamento e di congratulazioni per l’idea della casetta. E questa è la gratificazione più grande. Penso si possa parlare di diversità e disabilità in tanti modi e a me piace sempre farlo in maniera positiva, con spunti di riflessione, ma senza tristezza o pietismo. Per Greta ho anche scritto alcune favole che affrontano temi importanti con leggerezza e fantasia e che condivido con chi ha voglia di leggerle. Il destino ha deciso che Greta non possa scegliere cosa fare nè parlare e leggere e mi piace che attraverso questa iniziativa possa diventare in qualche modo protagonista. Penso si possa parlare di temi importanti partendo dai bambini in modo semplice e gioioso».
Lorena Levorato
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Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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