Padova. Cadavere affiora dal Bacchiglione: chi era la vittima, ipotesi regolamento di conti. Si indaga per omicidio

Nel suo curriculum criminale, ci sarebbe lo spaccio di stupefacenti, reati contro la persona e per immigrazione irregolare

Martedì 7 Marzo 2023 di Marina Lucchin
Chi era l'uomo trovato morto nel Bacchiglione

PADOVA - Non ha documenti e nessun segno particolarmente riconoscibile. Non è semplice dare un nome al corpo ritrovato domenica mattina nel Bacchiglione. Ma il volto di quell'uomo, morto verosimilmente entro le 24 ore precedenti all'avvistamento in acqua, è noto alla polizia. Mancano alcune certezze, più che altro perché è stato schedato più volte, con numerosi alias diversi, ma la Squadra mobile di Padova l'avrebbe identificato come un 39enne di origine tunisina, con vari precedenti. Nel suo curriculum criminale, ci sarebbe lo spaccio di stupefacenti, reati contro la persona e per immigrazione irregolare.

Arrivato clandestino dall'Africa coi barconi, ha infine messo radici a Padova da parecchi anni. Ovviamente, in quanto irregolare, si è fatto strada nell'ambito della microcriminalità. Una vita di strada, come quella che fanno tanti tra piccoli furti, spaccio e regolamenti di conti tra stranieri e sbandati che vivono ai margini. Anche la zona potrebbe essere indicativa del suo "stile di vita". Siamo sul lungargine Buschetto, dietro all'aeroporto Allegri, a pochi metri dal ponte ferrato della ferrovia. Un sentiero sterrato che si affaccia dritto, senza nemmeno una staccionata sul Bacchiglione prima che diventi Scaricatore. Sembra di essere in aperta campagna, nonostante il centro sia a poche centinaia di metri in linea d'aria, tanto che a volte da queste parti si vedono anche greggi di pecore che pascolano e qualcuno che passeggia a cavallo. A poca distanza c'è un percorso dell'anello fluviale, consentito a biciclette e a pedoni. Di giorno è abbastanza frequentato dagli amanti dello sport all'aria aperta e da chi ha voglia di farsi quattro passi in mezzo al verde, ma di notte la zona si trasforma. Poca illuminazione, poche case nei dintorni. Diventa un'area perfetta per spaccio ed effusioni a luci rosse. In alcuni siti frequentati da scambisti e appassionati dell'amore en plein air, viene descritta la zona come meta ideale per coppiette, anche se, in realtà, chi abita nei dintorni la definisce come meta privilegiata da uomini alla ricerca di sesso occasionale. Quello che nella comunità omosessuale viene definito "battuage". Che sia sesso libero o a pagamento poco cambia. Si tratta di zone nascoste e poco frequentate, dove consumare rapporti frettolosi magari dopo aver consumato qualche tipo di droga. Ed ecco che entra in gioco il ruolo del tunisino: una zona in cui lo spaccio va di pari passo alla prostituzione. Per questo l'ipotesi del regolamento di conti sembra la più probabile. Magari il tunisino non ha pagato una fornitura di dose, oppure ha cercato di soffiare un "cliente" a qualche "collega". Storie di strada, tra violenza e degrado, che degenerano in un omicidio

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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