Cadavere affiora dal Bacchiglione, è un 40enne. Sul corpo ci sono delle lesioni: aperte tutte le ipotesi

Vista la presenza delle vistose lacerazioni non si può escludere che la vittima le abbia subite da un'altra persona e che dunque si sia trattato di un'aggressione. Di più: quelle ferite potrebbero essere state inferte per uccidere

Lunedì 6 Marzo 2023
Trovato cadavere nel Bacchiglione, sul corpo ci sono ferite

PADOVA - Incidente? Suicidio? Omicidio? Sono tutte aperte le ipotesi attorno al caso del cadavere recuperato ieri mattina dalle acque del Bacchiglione tra Brusegana e Voltabrusegana.

Si tratta di un uomo di 40 anni di origine tunisina. Il ritrovamento è avvenuto sulla sponda sinistra del fiume, lungo il lungargine Buschetto, a pochi metri dal ponte della tangenziale corso Australia e della ferrovia. Un luogo caro alle decine di persone che ogni giorno, specie nelle giornate festive della bella stagione, lo frequentano per passeggiare e allenarsi. Ma anche un luogo in cui in altre occasioni si sono consumate tragedie e sono stati rinvenuti corpi senza vita.

Le ipotesi

Quello recuperato ieri verso mezzogiorno è il cadavere di un maschio di 40 anni, tunisino. All'inizio non è stato facile arrivare alla sua identità: nonostante i diversi indumenti che aveva addosso, su di lui non sono stati trovati documenti o altri oggetti che potessero aiutare a identificarlo. Quello che invece è emerso da subito è il fatto che dovesse trovarsi in acqua già da qualche ora e che sul corpo vi erano delle ferite, apparentemente recenti. La polizia è intervenuta con la Squadra volante e con la Scientifica per repertare ogni possibile indizio di prova. L'ispezione in loco, dopo che i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno riportato a riva il cadavere, ha riguardato i pochi capi d'abbigliamento che lo sconosciuto aveva con sé. Sul posto sono intervenuti anche il pubblico ministero di turno e il medico legale, che ha eseguito un primo controllo esterno sul corpo. Quel che è saltato all'occhio sono una serie di segni che si trovavano sia nella zona della testa e del viso che nella regione addominale della vittima. Segni che potrebbero essere delle contusioni, ma anche delle escoriazioni provocate da un'arma da taglio. Proprio questi segni hanno contribuito a infittire il mistero. Non è infatti ancora stato possibile appurare se siano delle lesioni superficiali o se possano aver provocato (o contribuito a provocare) la morte dell'uomo senza nome. Nemmeno al momento si è potuto datare tali ferite, capendo cioè se possano risalire ai momenti immediatamente precedenti il decesso o se invece fossero vecchie di qualche giorno. Per il momento dunque il caso si tinge di giallo. Vista la presenza delle vistose lacerazioni non si può escludere che la vittima le abbia subite da un'altra persona e che dunque si sia trattato di un'aggressione. Di più: quelle ferite potrebbero essere state inferte per uccidere. Oppure l'uomo potrebbe essere stato aggredito e successivamente, stordito, potrebbe essere finito in acqua. O ancora le ferite potrebbero non essere connesse alla morte, che potrebbe invece essere frutto di un incidente o di un gesto estremo.

Il precedente

Quella del lungargine Buschetto è una zona idilliaca, che offre uno sprazzo di verde a poca distanza dalla città. Amatissima da chi corre, pedala e cammina, nelle ore notturne è però talvolta meta di traffici e frequentazioni di altro genere. A testimoniarlo sono i rifiuti e le siringhe che si trovano al di sotto dei due viadotti, vista anche la relativa vicinanza con il Servizio dipendenze che ha sede all'ospedale Ai Colli. Se il decesso possa essere riconducibile al mondo delle tossicodipendenze, lo stabiliranno gli accertamenti in corso. Ma il lungargine Buschetto è già stato luogo di morte. Nel boschetto che si trova ad appena un centinaio di metri dal punto in cui ieri è stato ripescato il cadavere non identificato, un anno e mezzo fa si consumò un altro dramma. Era la fine di ottobre del 2021. Il corpo esanime di una ragazza di vent'anni, residente in un comune vicino a Padova, fu rinvenuto ai piedi di un albero in una zona piuttosto appartata. La giovane si era rifugiata lì e mancava da casa da una settimana. In quel caso fu subito escluso il concorso di terze persone alla morte e i sospetti si concentrarono invece su un fatale malore dovuto a una overdose. Anche in quel caso a rinvenire il corpo fu un passante. 

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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