Alla guida del bus senza cintura: l'azienda striglia 45 autisti

Sabato 7 Marzo 2020 di Alberto Rodighiero
Alla guida del bus senza cintura: l'azienda striglia 45 autisti
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PADOVA - Sicurezza sugli autobus: 45 autisti ricevono un lettera di rischiamo da Busitalia per aver guidato senza cintura. Utilizzo del cellulare in servizio, guida senza cintura e altre distrazioni possono rivelarsi molto rischiose per gli stessi conducenti e per i passeggeri dei mezzi pubblici. Proprio per questo l'azienda ha fatto scattare un giro di vite.

LA CONTESTAZIONE
Nei giorni scorsi, così, 45 autisti hanno ricevuto una lettera in cui è contenuto un rapporto disciplinare dove si contesta di non aver allacciato le cinture di sicurezza quando erano alla guida dei loro autobus. Il provvedimento è arrivato a seguito di alcuni controlli sui mezzi pubblici effettuati dall'azienda. Nel caso in cui i dipendenti di Busitalia dovessero essere pizzicati nuovamente senza le cinture scatteranno i provvedimenti disciplinari.

Un'iniziativa che viene rivendicata da Busitalia. L'azienda, infatti, ieri ha fatto sapere che i provvedimenti arrivano dopo alcuni incidenti che, l'anno scorso, hanno coinvolto alcuni autisti che viaggiavano senza cintura di sicurezza e che sono rimasti feriti in seguito al sinistro. Ferimenti che avrebbero potuto essere evitati se i conducenti avessero indossato la cintura.

Dalla sede di via Rismondo ieri hanno spiegato che la legge e il Codice della strada vanno rispettati e che, in tutti i casi, i richiami hanno prima di tutto una finalità ben precisa: tutelare la sicurezza dei lavoratori.

LE CRITICHE
Un ragionamento che, a quanto pare, non convince proprio tutti. Ieri, infatti, a polemizzare contro i rapporti disciplinari ha provveduto Stefano Pieretti di Adl Cobas. «Certamente la sicurezza è un fattore importante, tant'è che lo andiamo predicando da tempo, ma certamente crediamo sia necessario affrontare le priorità legate alla sicurezza, quella vera, cioè quella dei mezzi in primo luogo ha scandito Pieretti Per questo ribadiamo la necessità di risolvere questioni e problematiche che l'azienda tralascia da tempo. Penso, per esempio, alla reversibilità delle porte, alle fermate non a norma come quelle di San Lazzaro per la linea 9 o a quella di via Buonarroti. Va fatta, inoltre, una riflessione sul numero di passeggeri che può essere fatto salire nelle ore di punta».

L'EMERGENZA
«Ma la cosa che riteniamo ancor più grave in questo periodo di Coronavirus è il non aver cercato di garantire la sicurezza dei lavoratori, così come hanno fatto altre aziende, imponendo la distanza di sicurezza tra l'autista e i passeggeri, eliminando l'obbligo della vendita dei biglietti a bordo ha detto ancora il sindacalista di base - Queste a nostro parere sono in questo momento le vere priorità. Queste misure, oltre alla sanificazione quotidiana dei mezzi, e alla fornitura di mascherine e Amuchina, sono i veri provvedimenti per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti».

La sicurezza «non può essere a senso unico, non può essere vista solo a discapito dei lavoratori senza costringere l'azienda a fare un salto di qualità ha concluso Pieretti - sopratutto in un momento come questo, in cui l'impegno di tutti, nonostante i rischi, è quello di assicurare la continuità del servizio e la garanzia di un trasporto efficiente per Padova e provincia».
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