Bagnoli di Sopra. Bomba contro la macelleria, cinque patteggiano e uno sceglie il rito abbreviato

Allia e Zanellato hanno confezionato un ordigno artigianale e nella notte tra il 13 ed il 14 giugno dello scorso anno lo hanno collocato e innescato a ridosso della macelleria

Giovedì 3 Novembre 2022 di Marco Aldighieri
I carabinieri sul luogo dell'attentato

BAGNOLI - Si è chiuso il cerchio attorno all'attentato alla macelleria di Andrea Parton a Bagnoli di Sopra. In cinque, ieri davanti al Gup Claudio Marassi, hanno patteggiato la loro pena in accordo con il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini.

Un sesto ha invece chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato. Si tratta di Antonio Nicola Zumbo di 53 anni (per anni ha vissuto a Marcon), condannato a due anni e due mesi, ma assolto per l'attentato esplosivo.

Chi ha patteggiato

Sono Maria Salvatore Allia di 53 anni residente a Padova (2 anni e 10 mesi), Gianluca Zanellato di 54 anni di Correzzola (2 anni), Galliano Masiero 66 anni residente ad Anguillara Veneta (1 anno e 8 mesi), la figlia Manuela Masiero di 31 anni (2 anni) e infine il romeno di 30 anni Remus George Ciobanu di Bagnoli di Sopra (8 mesi). Le accuse spaziano dalla detenzione dell'ordigno esplosivo ai danneggiamenti all'esercizio commerciale, dal furto alla detenzione di armi, caricatori e munizioni, dalla ricettazione alle lesioni, dalla violenza privata al favoreggiamento.

Il fatto

Dell'attentato alla macelleria, provocato da questioni di gelosia per una donna contesa, sono stati accusati Salvatore Maria Allia, catanese, da anni trapiantato a Bagnoli di Sopra e ora ai domiciliari per motivi di salute, quale mandante e coordinatore del raid dinamitardo e Gianluca Zanellato, autotrasportatore. I due hanno confezionato un ordigno artigianale e nella notte tra il 13 ed il 14 giugno dello scorso anno lo hanno collocato e innescato a ridosso della macelleria di Parton, in piazza Martiri d'Ungheria. Zanellato è stato accusato anche di ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco per aver rubato, tra l'11 e il 13 settembre 2021, dall'abitazione del suo datore di lavoro, a Correzzola, un fucile a pompa Hatsan calibro 12, una pistola HS Produkt calibro 40 Smith & Wesson, e una rivoltella Smith & Wesson calibro 357 magnum. L'autotrasportatore ha successivamente ricevuto da Manuela Masiero la stessa pistola HS Produkt: la consegna è avvenuta nei locali della Saver.Co., l'azienda di Allia con sede a Bagnoli. Le identiche accuse di ricettazione e detenzione illegale di armi sono state contestate allo stesso Allia. Il catanese ha inoltre esploso in aria dei colpi di pistola e minacciato di morte alcuni dipendenti della sua ditta, accusandoli di ripetuti furti di cavi di rame.

Tra l'ottobre ed il dicembre 2021, Allia ha trasferito armi di ogni tipo dalla sede della Saver.Co. all'abitazione di Galliano e Manuela Masiero, padre e figlia ad Anguillara Veneta. Ciobanu infine è stato accusato di favoreggiamento per aver aiutato Allia ad eludere i controlli dei carabinieri alla Saver.Co. 

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