Il Comune installa le panchine anti-bivacco e subito esplode la polemica

Martedì 9 Aprile 2024 di Giovanni Brunoro
Monselice la panchina anti bivacco

MONSELICE - Tra polemiche e apprezzamenti, spuntano in città le panchine anti-bivacco. Si preannuncia una primavera vivace quella che porterà alle elezioni amministrative di giugno. L’argomento del contendere è una misura di decoro urbano adottata in molti Comuni italiani, governati sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Parliamo delle panchine che, in virtù di un bracciolo divisore, impediscono a quanti le usano di sdraiarsi. Un’idea che da sempre divide quanti la considerano utile al vivere civile e quanti, al contrario, ne prendono le distanze ritenendola discriminatoria. Social di paese e politica, in primis i candidati a sindaco, mostrano opinioni polarizzate.
 

LA DECISIONE
Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando il sindaco Giorgia Bedin ha fatto installare dei separatori metallici sulle sedute dei giardini del municipio. Il restyling ha interessato una decina di panchine in tutto. L’idea iniziale era quella di sostituire le doghe in legno consumate con listelli di alluminio realizzati con caratteristiche estetiche del tutto simili a quelle originali. Un materiale confortevole e appositamente studiato per le panche. «È stata una concomitanza di eventi. L’alluminio è igienico e fa risparmiare - spiega il sindaco Giorgia Bedin - con l’occasione ci hanno proposto di mettere dei cestini dello stesso materiale e di installare i divisori anti-bivacco. Ci abbiamo pensato e abbiamo detto sì».
Sulle ragioni, il sindaco fa dei distinguo: «Non è una cosa bella e decorosa vedere persone che si distendono all’aperto. I motivi per cui lo fanno possono essere i più vari, dalle difficoltà personali alla mancanza di buona educazione e senso civico. Abbiamo ricevuto la scorsa estate diverse lamentele perché qualcuno bivaccava vicino alla fontanella dei giardini e perché dei buontemponi si sdraiavano sulle panchine dopo essere stati nei locali e aver ecceduto. Non di rado si trovano rifiuti, come bicchieri di carta, buttati a terra e sulle sedute. Non va bene, sono gesti di inciviltà».
 

LE REAZIONI
Giorgia Bedin rassicura che a Monselice non c’è nessuna emergenza abitativa e non vi sono clochard, fatta eccezione per una persona che, comunque, ha un posto dove dormire. La decisione di installare i divisori ha suscitato opinioni discordanti nella politica cittadina. Ad accendersi di più sono i candidati che aspirano alla poltrona di palazzo Tortorini. A cominciare dal centrosinistra, storicamente più avverso all’adozione di simili accorgimenti.
Il moderato Giannino Scanferla, alla guida della coalizione di Pd, 5 stelle e ambientalisti, parte dalla sua esperienza di pellegrino dei cammini sacri: «Mi è capitato di essermi sdraiato più di una volta su una panchina quando, dopo decine di chilometri di cammino con lo zaino in spalla, avevo bisogno di una pausa rigenerante. Sempre però con i piedi fuori dalla seduta, per rispetto. Nel caso specifico, se ci sono persone che non hanno di che dormire, bisogna trovare una soluzione che non sia una panchina. È il buon senso che lo dice. Le panchine servono per sedersi comodamente e la scienza dimostra che il materiale meno conducibile è il legno. Quando ero assessore al verde pubblico, avevo studiato la materia e avevo evitato di installare panchine metalliche, fredde d’inverno e roventi in estate. Il fatto che quelle appena installate siano sedute anti-bivacco è irrilevante. Dovevano, a mio parere, essere mantenute le doghe in legno senza introdurre l’alluminio».
Luca Callegaro - sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e civici - difende il sindaco: «La barriera in mezzo può essere una cosa giusta. A me non sarebbe venuta in mente, però magari Giorgia ha visto qualcuno fare uso improprio di quelle panche e ha agito così. Giustamente, le panchine sono fatte per sedersi e non per coricarsi». Molto critico è invece il centrista Gianni Mamprin: «Con queste cose ridicole non si risolve il problema della sicurezza. Servono azioni mirate e serie. In stazione dei treni c’è gente che spaccia, vandalizza le auto e porta via i pezzi di ricambio. Occorre molta più sorveglianza e un’azione più incisiva delle forze dell’ordine. Per questo, chiederemo l’apertura a Monselice di un commissariato di polizia, che lavori in sinergia con i vigili e i carabinieri. È fattibile».
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci