Il vescovo di Padova Claudio Cipolla e il bilancio di Natale: «Siamo pronti ad aiutare tutte le parrocchie»

Domenica 25 Dicembre 2022 di Nicola Benvenuti
Aiuti a tutte le parrocchie dal vescovo di Padova

PADOVA - Dai problemi economici delle parrocchie alle aspettative per il 2023 con il sinodo e la gestione delle nuove povertà. Il Vescovo Claudio Cipolla, che questa sera alle 23 celebrerà la messa al Duomo, traccia un bilancio dell'ultimo anno e guarda all'anno che verrà. Con una convinzione: «Il nostro futuro passa dalla responsabilizzazione dei laici».
Vescovo, che anno è stato?
«Il 2022 è stato davvero ricco, con la ripresa di tante attività, anche se molto impegnativo. Mi faccio aiutare da alcuni momenti vissuti. Penso per esempio alla festa di San Prosdocimo, celebrata lo scorso 7 novembre: per il terzo anno, abbiamo consegnato a una trentina di laici un segno di riconoscimento e gratitudine per il servizio reso alla Chiesa, iscrivendo il loro nome nell'Albo dei fedeli servitori istituito nel 2020. E poco prima avevo incontrato oltre una settantina di sindaci della Diocesi, con i quali si è intavolato un bel dialogo: sono convinto che la Chiesa debba incoraggiare e sostenere, nel rispetto del ruolo di ciascuno, l'impegno dei sindaci a favore della comunità civile. Per la festa di san Luca invece ho avuto modo di dialogare con il mondo della sanità: credo che sia necessaria una collaborazione stretta tra chi cura il corpo e chi invece lo spirito, perché l'Uomo è uno».
E poi?
«A Santa Giustina c'è stata un'attenzione particolare alle donne e alla loro valorizzazione. Non posso poi non ricordare la preghiera per la Pace, il Mercoledì delle Ceneri: nella Cattedrale piena, con molti giovani, si percepiva chiaramente una sensibilità vera nella nostra realtà ecclesiale».
A questo si aggiunge anche l'accoglienza di 60 ragazzi ucraini nel Seminario Minore di Rubano...
«Un'esperienza bella, anche se molto impegnativa: abbiamo risposto senza esitazioni a una necessità urgente. E intanto nel corso dell'anno abbiamo avviato anche una seria riflessione sul ruolo del Seminario maggiore e stiamo celebrando il 140.mo anniversario delle Cucine economiche popolari».
In problemi economici però non mancano...
«Alle parrocchie alle prese con il caro bollette andremo incontro grazie a un contributo della Cei e un fondo di riserva di circa 500.000 euro che metteremo a disposizione delle comunità più in difficoltà, sollecitando contemporaneamente una sussidiarietà tra parrocchie di uno stesso vicariato».
Il 2022 si chiude anche con la vicenda di don Luca Favarin.
«Su questo tema credo che la posizione della Chiesa sia stata già esplicitata in modo esauriente e onesto».
Lei lo ripete sempre: «Quella di Padova è una Chiesa aperta al territorio e al mondo». Cosa significa?
«Noi abbiamo buone relazioni con le istituzioni civili, non solo formali, ma anche sostanziali, penso per esempio ad alcuni progetti con l'Università sul tema dell'emarginazione urbana. Siamo anche una Chiesa in uscita, l'anno prossimo apriremo una missione al confine tra Brasile e Venezuela in collaborazione con le Diocesi di Vicenza e Treviso».
Tra i giovani e la Chiesa, c'è oggi un rapporto un po' problematico?
«Nel 2023 si vivrà a Lisbona la Giornata Mondiale della Gioventù, occasione di incontro e conoscenza al quale parteciperanno anche tanti giovani della nostra Diocesi. Sono convinto che bisogna essere credibili e fare loro proposte che abbiano sapore e non siano insipide».
Cosa si attende quindi dal 2023?
«Vi è una stretta connessione con il 2022, anno nel quale si è aperto il Sinodo diocesano, un'occasione per la Chiesa di guardare al futuro coinvolgendo tutti».
Al centro del Sinodo c'è questa domanda: Dove vogliamo andare, quali sono le prospettive per le nostre comunità parrocchiali?
«È un lavoro che è partito dalla base, dall'ascolto dei fedeli laici, di chi vive in parrocchia, tutte le riflessioni uscite dai gruppi di discernimento verranno viste singolarmente e saranno materiale di lavoro per arrivare all'assemblea sinodale e alla conclusione nel Natale del 2023. Sono convinto che sia necessaria una maggiore responsabilizzazione dei laici nelle comunità cristiane, finora incentrate sulla figura del sacerdote. Il calo delle vocazioni ci dice che le parrocchie vivranno perché ci sono i cristiani e penso che avremo una Chiesa diversa, ma non peggiore. L'esito anzi sarà più bello, in fin dei conti il titolare della Chiesa è il Padreterno, lasciamo fare a lui».
Dove trascorrerà il giorno Natale?
«Celebrerò la Messa della notte in Cattedrale, come di consueto. La mattina di Natale sarò in una comunità della Diocesi, probabilmente dove non sono mai stato ancora, e poi passerò alle Cucine Popolari».
A quarant'anni dalla visita di Giovanni Paolo II a Padova è ipotizzabile pensare all'arrivo in città dell'attuale Pontefice?
«Non posso escludere che questo avverrà, al momento non è però in programma. Ma Papa Francesco nelle occasioni d'incontro che ho avuto con lui, mi ha manifestato il desiderio di venire a Padova».

 

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