Serrai di Sottoguda, lavori post Vaia a pieno regime: riapriranno in estate

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Dario Fontanive
La nuova passerella dei Serrai di Sottoguda

ROCCA PIETORE - Sono trascorsi ormai cinque anni da quel terribile 29 ottobre 2018 quando la tempesta Vaia si abbattè violentemente anche su vari comuni dell’Agordino provocando danni pesanti a gran parte del territorio e a numerose abitazioni, con allegamenti e masse enormi di detriti che trascinati dai corsi d’acqua ingrossati all’inverosimile esondarono, molti edifici tra cui tante strutture ricettive vennero allagate, i villaggi restarono isolati a causa delle strade coperte di fango e detriti, alberi secolari vennero abbattuti dalla forza del tornado come fossero stuzzicadenti.

L’EPICENTRO

Oltre a Rocca Pietore che fu l’epicentro della grande tempesta, contarono danni consistenti il comune di Alleghe dove vennero sommersi gli edifici adiacenti al lago il cui livello si innalzò a dismisura, Cencenighe inserita in un delicato nodo idraulico tra le acque del torrente Cordevole e del Biois, Canale che contò danni rilevanti soprattutto lungo il corso del torrente Liera che rischiò di esondare mettendo a rischio l’abitato sottostante del capoluogo e causando notevoli danni di carattere idrogeologico in valle di Gares.

Anche a Gosaldo nei giorni seguenti a Vaia si registrarono decine di smottamenti con coperture delle case divelte; nel comune di Taibon si registrarono danni ingenti concentrati soprattutto in valle di San Lucano, al patrimonio boschivo. È bastato un giorno di vento e pioggia per stravolgere irrimediabilmente alcune zone del compresorio Agordino con una furia ancora più devastante dell’alluvione del 1966. 

IL MESSAGGIO

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha ricordato quel terribile giorno con queste parole. “Cinque anni fa, in questi giorni, ebbe inizio l’ondata di maltempo che portò il 29 ottobre ad abbattersi sulla nostra montagna la tempesta Vaia, un evento atmosferico di entità inimmaginabile che ha lacerato le Dolomiti, abbattendo alberi, colpendo case e fabbriche, strade e ponti, con una furia mai vista. Voglio ricordare l’evento, ma soprattutto come noi Veneti abbiamo saputo reagire, mettendo in campo tutte le forze e le energie che avevamo a disposizione, senza mai fermarci per ripristinare i territori e sostenere le popolazioni così violentemente colpite. L’omaggio del ricordo e un nuovo grazie lo rivolgo a tutti coloro che hanno lottato e sofferto per riportare in vita boschi e paesi, per ripristinare strade e servizi e tornare a far risplendere le nostre meravigliose Dolomiti, patrimonio Unesco”. Il presidente Zaia ha ricordato i danni causati dalle raffiche di vento che raggiunsero fino a 200 km all’ora, provocando la caduta di oltre 15 milioni di alberi e danni valutati in circa 3 miliardi di euro. Lo stesso Zaia fu nominato Commissario delegato alla ricostruzione per il primo triennio con una gestione commissariale per opere pari a oltre un miliardo di euro, seguì poi la nomina di Ugo Soragni che ha portato a termine la gestione commissariale a gennaio 2022, quando un decreto del capo dipartimento della Protezione Civile ha affidato alla Regione del Veneto la gestione ordinaria e la prosecuzione degli interventi.

IL BILANCIO

«Dopo cinque anni la maggior parte degli oltre 2.500 cantieri è stata chiusa e gli interventi in massima parte portati a termine – precisa Zaia -. Per quanto riguarda le opere simbolo, la pulizia del lago di Alleghe è stata ultimata ed il ripristino dei Serrai di Sottoguda è in avanzato stato di realizzazione e c’è la previsione di apertura per la prossima estate. Si tratta di due interventi complessivamente da 16 milioni di euro per luoghi che sono l’emblema di quanto accaduto quella terribile notte di cinque anni fa».

Ultimo aggiornamento: 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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