Rocca Pietore. Dopo una vita di emigrazione in Sudafrica, Elena, 94 anni, chiede di tornare a casa per Natale: il 3 gennaio dopo una visita all'amica, muore

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Raffaella Gabrieli
Dopo una vita di emigrazione in Sudafrica, Elena, 94 anni, chiede di tornare a casa per Natale: il 3 gennaio dopo una visita all'amica, muore

ROCCA PIETORE (BELLUNO) - Dinanzi alle Dolomiti, la chiusura del cerchio. Dopo una vita d’emigrazione in Sudafrica, ma anche lunghi soggiorni nella terra natìa, la 94enne Elena Boschet aveva espresso il desiderio di tornare un’ultima volta nella “sua” Laste per festeggiare il Natale con la famiglia.

E così è stato, con l’arrivo il 26 dicembre. Ma la notte fra il 3 e il 4 gennaio, dopo una giornata normale tra la visita a un’amica e il pranzo al ristorante, si è addormentata per sempre e ha raggiunto in cielo l’amato marito Adelio che, condividendone la sorte, morì anch’egli nella casa di famiglia nella borgata de Le Coste, in comune di Rocca Pietore. Così ora, al termine di un’esistenza ricca di soddisfazioni ma anche colma di nostalgia verso le proprie origini, assieme riposeranno nel suggestivo cimitero al cospetto del Lagazuoi e del Col di Lana. Il funerale, che si svolgerà oggi, sarà di stampo cosmopolita, con parenti e amici arrivati dai cinque continenti: una trentina di persone volate dai vari capi del mondo (Australia, Nuova Zelanda, Nord America, Sudafrica ovviamente, paesi europei tra cui Belgio, Svizzera e Inghilterra) hanno raggiunto i 1.450 metri di altitudine di questo piccolo paese di montagna, di nemmeno cento anime, per rendere omaggio alla propria cara.

SENZA UN SOLDO

Era il 1947 quando Elena Boschet, classe 1929, di origine feltrina, conobbe Adelio De Vallier, nato invece a Laste nel 1923. Entrambi partiti senza un soldo ma con tante speranze, erano emigranti a Neuchatel in Svizzera. «Se ne andarono dai loro paesi - racconta il figlio Gianni - perché in quel secondo dopoguerra qua c’era tanta miseria. La Svizzera, invece, veniva considerata una seconda America, dove le prospettive erano migliori. Si sposarono nel 1948 e l’anno dopo nacque Diana. Poi toccò a Walter e a me». Nel frattempo, però, Adelio si stava guardando attorno, consapevole di essere pronto, nel mondo della meccanica nel quale si era specializzato, a fare il salto di qualità. Scoprì quindi che la ditta sudafricana Velor stava cercando operai da inserire nella propria produzione di apparecchiature utili per l’estrazione dell’oro in miniera. «Inviò subito una lettera candidandosi - ricorda il figlio - e iniziò a studiare l’inglese. Detto, fatto, di lì a poco ricevette il contratto di lavoro per Vanderbijl Park dove inizialmente si recò da solo per verificare la situazione che, effettivamente, risultò essere buona. Chiamò allora a sè il resto della famiglia: Diana aveva 9 anni, Walter 7 e io solo 2 mesi. Ci imbarcammo ad Amsterdam sulla nave Duncan il 26 settembre 1958 e arrivammo a Città del Capo il 13 ottobre».

IN AFRICA

Nel nuovo continente, dove nacque l’ultimo figlio Patrick, Adelio De Vallier, che non aveva potuto frequentare le scuole “alte”, a Johannesburg riuscì comunque a far carriera, assumendo un ruolo equivalente a quello di un ingegnere meccanico. «Una volta in pensione - ripercorre il passato Gianni - i miei genitori trascorrevano sei mesi in Sudafrica e altrettanti a Laste dove noi familiari venivamo spesso a trovarli. Anche dopo la morte di mio padre, nel 2001, mia madre raggiunse l’Italia ogni anno fino al 2019 quando una brutta frattura al femore la immobilizzò, all’ospedale di Agordo, per sei mesi. Una volta rientrata in Sudafrica, venne successivamente bloccata dalla pandemia da Covid. Ma lo scorso autunno ha manifestato nuovamente il desiderio di tornare. E così è stato: abbiamo trascorso delle vacanze di Natale bellissime. Lei era in forma e si è divertita molto a incontrare parenti e amici. Fino a giovedì 4 quando, non vedendola svegliarsi, sono entrato nella sua stanza e l’ho trovata priva di vita. Un dolore immenso per noi ma attenuato dalla consapevolezza che lei avrebbe voluto morire ed essere sepolta proprio qua, accanto al nostro papà».
L’ultimo saluto a Elena Boschet sarà dato oggi venerdì 12 nella chiesa di Laste, alle 14, nel corso di un funerale dal sapore internazionale. Figli, nipoti, pronipoti e altri famigliari sono giunti in questi giorni: tutti ai piedi delle Dolomiti per dire addio all’amata mamma e nonna ma anche a colei che rappresenta uno degli ultimi simboli di quell’emigrazione parte fondante della storia e della cultura del Veneto.

Ultimo aggiornamento: 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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