FELTRE - I rifugi a controllo dei flussi di turismo. Sono le prenotazioni in alta quota a dare l'indicazione di chi verrà a visitare il territorio e il Cai di Feltre sottolinea questo modello di raccolta dati per sensibilizzare una stretta collaborazione turistica fra queste strutture e gli operatori di fondo valle. «In attesa dell'assegnazione della gestione del Rifugio Dal Piaz sulle Vette Feltrine - spiega il presidente del Cai feltrino, Angelo Ennio De Simoi - stiamo seguendo le prenotazioni proprio su questo rifugio.
LA GESTIONE
Si è chiusa poco tempo fa la possibilità di partecipare alla gestione del rifugio dopo la scelta di Mirco Gorza di non continuare l'attività ai 1993 metri di quota. «Sono state 10 le domande di partecipazione - commenta De Simoi - e sono state analizzate lunedì. Entro giovedì (domani) faremo una prima scrematura e nel fine settimana fisseremo degli incontri online con chi abbiamo scelto nella prima verifica. Ridurremo il numero a due o tre e questi li incontreremo nell'ultima decina di marzo per poi arrivare a una scelta definitiva a fine mese. Questo per avere un nome con ampio vantaggio sull'inizio della stagione». I partecipanti giungono da Feltre, dal Bellunese, ma anche dal Nord Italia e tutti vantano esperienza nella gestione piuttosto che in ambito di ristorazione.
INVESTIMENTI
Il Rifugio Dal Piaz sarà al centro anche di alcuni investimenti da parte del Cai di Feltre. Una cifra di 20mila euro è stata destinata al rinnovo degli elettrodomestici presenti nella struttura. Questi soldi potevano essere ricavati dai Fondi di confine? Alla domanda risponde De Simoi: «Se il bando dei Fondi fosse ben strutturato sì. Purtroppo oltre un milione di euro è destinato alle imprese e il Cai non può partecipare. In un affitto di un locale di solito affitti l'immobile e non il contenuto, il Cai fa un contratto di affitto di azienda e consegna tutto, anche le forchette, al gestore. Una cosa non prevista dal bando. I fondi di confine vanno in aiuto ad alcuni soggetti, ma al prima voce rifugi di montagna non corrisponde a realtà o meglio, aiuta solo quelli privati e ce ne sono. Strutture più simili ad alberghi che a rifugi e che non praticano i prezzi e gli sconti dei rifugi Cai». L'appello arriva spontaneo: «Chi di dovere dovrebbe controllare come sono scritti i bandi, a chi sono dedicati e soprattutto alle varie realtà dei rifugi di montagna, perché un finanziamento a fondo perduto potrebbe salvare una struttura che opera in alta quota». Il riferimento è ai politici che operano in montagna e che forse involontariamente non conoscono la struttura di chi la vive e mette le energie a disposizione del territorio.