VAL DI ZOLDO - Giovedì pomeriggio, strada provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina.
Subito la donna telefona alla società dove sarebbe dovuta arrivare con il carico di piccoli discatori. E da Forno parte immediatamente Tito Meneghetti, campione dello squadrone che negli anni Novanta fu capace di vincere tre campionati di Serie B ed oggi è dirigente della società. In pochi minuti raggiunge il luogo dell’incidente e sostituisce lo pneumatico ormai da buttare. Il viaggio verso lo stadio può riprendere e anche l’allenamento è salvo. Insomma: alla fine giovedì non è successo niente, verrebbe da dire. Ma quanto accaduto due giorni or sono è il “pane quotidiano” per gli abitanti della valle.
“Era già accaduto, accade spesso – riferisce sconsolata e preoccupata Amapola Fairtlough – noi sappiamo cosa voglia dire vivere in montagna; ma così non mai stato. È vero: giovedì è andata bene; ma se quel sasso fosse caduto proprio mentre il pullmino transitava le cose sarebbero potute andare in maniera diversa; e anche se fosse caduto su una corriera di linea o se fosse stata questa a trovarlo a terra, l’impatto sarebbe stato diverso. E se fosse caduto sul vetro?”. Eppure di questi fatti in valle non se ne parla tanto: “Questa caduta è l’ennesima situazione di una lunga serie; succede più volte, ma non se ne parla tanto. Sembra che la gente si stia abituando a vedere e sapere di sassi caduti sul cofano di una macchina o che nella loro corsa dalla montagna hanno sfiorato un’automobile. Insomma: non è più una sorpresa. Ma questa è l’arteria principale di collegamento per la valle che molti zoldani percorrono per lavoro e per uscire dalla valle; è la via di accesso più veloce e normale alle città, all’autostrada, al lavoro; ma ormai non si percorre più in sicurezza e serenità”. E tutto questo sembra stia diventando scontato e normale. Al palaghiaccio di Soccampo, invece, giovedì erano molto scossi, soprattutto pensando ai bambini che erano a bordo del pullmino.