Pride, la polemica politica si sposta a Belluno. Bufera in commissione pari opportunità per il patrocinio

Duro sfogo alla presidente Maria Teresa Cassol spiega: "Ho invitato ad andare oltre", ma poi è arrivata la bocciatura

Domenica 25 Giugno 2023 di Giovanni Santin
Pride, la polemica politica si sposta a Belluno. Bufera in commissione pari opportunità per il patrocinio

BELLUNO - A Palazzo Rosso è la commissione consiliare Pari Opportunità il nuovo terreno di scontro fra maggioranza e opposizione: la miccia il Pride che si terrà a Belluno il 15 luglio.

E se la sua presidente Maria Teresa Cassol e i rappresentanti della minoranza si chiedono se esistano «le condizioni per continuare il nostro lavoro», la maggioranza dà una lettura completamente diversa dei fatti che secondo il sindaco sono «un altro tentativo di strumentalizzare l'operato di questa maggioranza e della mia figura in particolare». Ecco quindi i fatti. Durante la seduta di venerdì sera la commissione ha deciso a maggioranza di non aderire al Pride organizzato dal comitato "Ciao" in città. Ieri la presidente Cassol in una nota spiega: «Il comitato aveva inviato la richiesta scrivendo che il Pride è occasione per promuovere l'inclusione, la diversità e il rispetto, contribuendo a creare una società più equa, sicura e accogliente per tutte le persone».


La proposta

Cassol ha proposto di aderire al Pride, perché riferisce - tra le finalità della commissione c'è al primo punto che essa «opera per la rimozione di ogni forma di discriminazione e per la tutela delle pari opportunità e della pari dignità sociale di ogni persona». Aggiungendo poi che la commissione non poteva che condividere le finalità ricordate nell'apertura del manifesto. Fra cui: «Con il pride si manifesta la propria esistenza, e con essa il diritto all'identità e al benessere, ma si apre anche una discussione e un dialogo con chi non ne vede la necessità». Cassol ha anche ricordato che il Comune aderisce alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere, nata per coordinare in maniera sinergica le azioni degli Enti locali e regionali con l'obiettivo di promuovere politiche per l'inclusione sociale delle cittadine e dei cittadini Lgbt e contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. «Ho invitato ad andare oltre le possibili obiezioni ad alcuni punti del manifesto, per sposare il senso di questa manifestazione», spiega. Ma la proposta della presidente è stata votata solo dai membri delle minoranze - Sofia Boaretto Dannhauser, Vincenzo Pastore e la stessa Cassol - contrari i tre membri della maggioranza e la delegata del sindaco.

La maggioranza

Dopo il comunicato della presidente, è arrivata la risposta di chi ha bocciato la proposta i componenti della maggioranza Irene Gallon, Simonetta Buttignon, Ivana Del Pizzol, Manuela Zorzi: «La presidente della Commissione Pari opportunità ha riportato una versione parziale e non corretta di quanto deciso in merito all'adesione al Pride. Infatti, tutti i membri della Commissione hanno evidenziato che ognuno potrà partecipare liberamente alla giornata in questione senza alcun vincolo». «La presidente, mancando di rispetto al proprio ruolo istituzionale, ha divulgato un comunicato ove si riporta solo ed esclusivamente la sua versione dei fatti - sottolineano -, omettendo completamente le ragioni per cui la maggioranza dei presenti ha deciso di non dare l'adesione, ragioni ampiamente giustificate. Riteniamo questo fatto molto grave spettando alla Presidente la rappresentanza della commissione verso l'esterno».

La partecipazione

«Il Pride per Belluno sarà un'occasione importante di dialogo e l'amministrazione comunale ha supportato senza alcuna remora l'organizzazione della giornata tanto che il sindaco chiederà al Pride di poter intervenire per portare il suo pensiero - ricordano i consiglieri di maggioranza -. La presidente nel suo comunicato ha omesso tutto ciò, dimenticando peraltro di evidenziare che le maggiori criticità sono emerse non sullo spirito della manifestazione, ma solo ed esclusivamente sul manifesto del Pride, che la stessa Cassol ha definito foriero di divisioni, salvo poi dimenticarsi di scriverlo nel comunicato. L'operazione di mistificazione messa in atto non è la prima a cui assistiamo e anche questa volta è stato utilizzato un ruolo istituzionale per fini propagandistici. Le componenti di maggioranza e la delegata del sindaco hanno proposto di aprire un tavolo di dialogo con il comitato organizzatore per poter capire le loro richieste, fuori da slogan che servono solo a dividere».

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