«Sai, papà mi fa queste cose...»: la 13enne si confida con il cugino, padre orco alla sbarra

Mercoledì 30 Marzo 2022 di Davide Piol
Violenza sessuale su minori
1

PEDAVENA (BELLUNO) - Sarebbe rimasta in silenzio per anni, chiusa nel suo dolore e all'insaputa (apparente) della madre. Quelle particolari attenzioni che le rivolgeva il papà dalle carezze, ai palpeggiamenti, ai rapporti sessuali completi venivano trasformati di significato dalla sua tenera età e dall'incapacità di comprendere che quegli atteggiamenti, pur provenendo da una persona a cui voleva bene, erano sbagliati. L'indagine della Procura di Belluno, che ha portato alla denuncia per violenza sessuale aggravata nei confronti di un 47enne albanese residente a Pedavena, parte da una semplice confidenza che la 13enne fa al cugino: «Sai, papà mi fa queste cose». È un vaso di Pandora che si apre all'improvviso, portando alla luce l'oscurità in cui la ragazzina è vissuta per anni.

Il caso è finito in tribunale a Belluno ma l'udienza preliminare di ieri mattina è stata rinviata perché A.G. (difeso d'ufficio dall'avvocato Monica Casagrande) risulta irreperibile. All'epoca dei fatti, parliamo dell'estate 2019, la famiglia viveva a Pedavena. Un nucleo familiare formato da quattro persone: l'imputato, la moglie e le loro due figlie. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti le violenze sessuali sarebbero cominciate in Albania e continuate in Italia anche se nel capo d'imputazione viene contestato un periodo di due mesi (giugno e luglio 2019). La vittima sarebbe una soltanto: la figlia più grande della coppia, nata nel 2003. Nessuno, al di fuori di loro due, si sarebbe accorto di qualcosa. La madre avrebbe addirittura spiegato di non sapere niente e che non valeva la pena sporgere querela dal momento che «le figlie sono tanto attaccate al papà». La stessa ragazzina rimane in silenzio per anni e non si lamenta mai finché, un paio di anni fa, non parla con il cugino e comincia a raccontare quanto avviene tra le mura domestiche. Lui capisce subito la gravità della situazione, avvisa i genitori e scatta la denuncia. Partono così le indagini e la ragazza comincia a realizzare ciò che ha subito. Ora siamo nella fase dell'udienza preliminare. Ieri mattina il giudice si sarebbe dovuto esprimere sul rinvio a giudizio dell'imputato ma il processo è stato congelato perché il 47enne risulta irreperibile. È stato quindi deciso di rinviarlo all'udienza del 7 maggio per tradurre gli atti in albanese e provare a notificarli all'uomo. La ragazza non si è costituita parte civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci