Ferdinando morì al pronto soccorso, la perizia accusa: «Errore diagnostico, poteva essere salvato»

La famiglia Casanova assistita dall'avvocato Fogliato non si è mai fermata nella sua battaglia. Secondo la perizia l'arresto cardiaco fu causato da un'occlusione e il paziente andava ricoverato subito in unità coronarica

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Federica Fant
Ferdinando Casanova, imprenditore di Limana, deceduto dopo 4 dimissioni dal pronto soccorso

LIMANA - È stato un errore medico e professionale a vari livelli la causa del decesso di Ferdinando Casanova, 75enne, noto sportivo ed imprenditore limanese, deceduto il 10 settembre 2016 dopo essere stato dimesso 4 volte dal pronto soccorso. È quanto stabilito dai consulenti nominati dal tribunale di Belluno, professori Bordignon e Cucchini, nell'ambito del giudizio civile intentato dalla famiglia Casanova per avere finalmente giustizia. Il capitolo penale si era chiuso con l'assoluzione dell'unico imputato, un infermiere, ma lo stesso giudice del dibattimento nella sentenza aveva detto: «C'è stato un errore diagnostico», ordinando di indagare ancora.

Su quel fronte non si è saputo più nulla, ma ora va verso il maxi-risarcimento la causa civile.

PROCESSO PENALE
Ferdinando Casanova nell'estate 2016 era entrato 4 volte al pronto soccorso di Belluno lamentando problemi al cuore e al petto. Il paziente veniva sempre dimesso ed il caso veniva annoverato tra le fibrillazioni atriali da trattare con cardioversione, fino a quando la sera del 6 settembre questi dolori aumentano e Casanova, accompagnato dal figlio Erich e dalla moglie Amabile, viene ricoverato in osservazione breve al pronto soccorso del San Martino. Poco dopo viene colto da malore in bagno, privo di assistenza, perdendo i sensi e successivamente la vita. I familiari decisero di depositare un esposto. La Procura dispone l'autopsia, ma secondo il consulente del pm però allo stato non vi erano elementi per riscontrare negligenze nel trattamento del paziente e il caso viene archiviato. La famiglia si oppone chiedendo una super perizia. Ma anche qui, giunge l'archiviazione parziale nel 2017 per i medici mentre solo un infermiere finì a giudizio perché non avrebbe vigilato sul paziente e avrebbe staccato la telemetria continua. Ma anche questo processo nel 2019 si conclude con un'assoluzione seppur con formula dubitativa.

PROCESSO CIVILE
Ma la famiglia non ci sta: decidono sempre nel 2019 di intentare, con l'aiuto del loro avvocato Martino Fogliato, una causa civile contro l'Uls 1 Dolomiti e chiedono una super perizia nella quale analizzare tutti gli elementi raccolti negli anni. Il Giudice civile incarica così i consulenti professori Bordignon e Cucchini quali nei mesi scorsi hanno depositato il loro elaborato dalle chiare conclusioni: «L'arresto cardiaco è stato causato da una fibrillazione per l'occlusione acuta di una coronaria e non da una asistolia per perdita significativa di chance di sopravvivenza. I profili di colpa si legge si individuano unicamente a partire dall'accesso al pronto soccorso, sul punto tutti i consulenti di parte hanno convenuto che il paziente doveva essere immediatamente ricoverato in unità coronarica».

LA FAMIGLIA
Una perizia dunque chiara, precisa che non lascia spazio a dubbi: Ferdinando Casanova si poteva salvare. Una verità scientifica che giunge dopo 6 lunghissimi anni trascorsi nella aule di giustizia sempre a fianco del loro avvocato Martino Fogliato con il quale mai hanno smesso di credere nella verità oggi scientificamente accertata. Nessuno commento giunge dalla famiglia e dal loro legale anche se è immaginabile la loro soddisfazione per aver raggiunto un risultato così importante per onorare la memoria di Ferdinando Casanova. È probabile ora che il giudice vada a sentenza o costringa le parti ad una conciliazione che determini il risarcimento.
 

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