«Lasciati soli e il bimbo morì e fu un errore medico: indagate ancora»

Venerdì 10 Maggio 2019 di Olivia Bonetti
«Lasciati soli e il bimbo morì e fu un errore medico: indagate ancora»
BELLUNO-  «Il nostro bambino è morto per un errore medico: l'esigenza doveva essere gestita in maniera diversa, indagate ancora». Non si arrendono i genitori del piccolo deceduto all'ospedale San Martino di Belluno alle 3.31 del 18 luglio 2017. Dopo quella morte tre sanitari, due medici e un'ostetrica, finirono nel registro degli indagati per omicidio colposo. Dopo la consulenza autoptica del medico legale Antonello Cirnelli, la procura concluse con a richiesta di archiviazione del caso non ravvisando colpe. Ieri mattina, in Tribunale a Belluno, i genitori, rappresentati dall'avvocato Nives Zanon, si sono opposti alla chiusura del caso chiedendo di indagare ancora. Il gip Enrica Marson, al termine dell'udienza si è riservata la decisione, che si conoscerà solo nei prossimi giorni.
 
LA TRAGEDIAEra un lunedì mattina del luglio 2017 quando la donna straniera che ha un compagno bellunese si presentò nel reparto di Belluno, per un parto in sofferenza. Ma in quelle ore ci fu una contemporanea urgenza: una donna arrivata in ambulanza da Pieve di Cadore, che avrebbe indotto a una sorta di abbandono della paziente straniera. Una vicenda che si chiuse poi con la tragedia della notte: alle 3.31 la morte del piccolo. 
I medici furono costretti a dare priorità a uno dei due tagli cesarei da effettuare con una sola sala parto e con un unico staff. «Ci hanno abbandonati», aveva denunciato la famiglia che perse il figlio e si aprì l'indagine della Procura. Si doveva accertare se c'era un sottorganico rispetto alle esigenze alla Ginecologia e Ostetricia del San Martino quel giorno e se il bimbo è morto a causa di quel ritardo. Nel registro degli indagati finirono i due medici e l'ostetrica che ieri mattina erano rappresentati dallo studio Paniz, con gli avvocati Anna Casciarri e Mara Maria Dell'Omo.
LE RAGIONILa famiglia tramite l'avvocato Zanon ha esposto le ragioni della richiesta di ulteriori indagini: ritengono ci sia stata una carenza istruttoria e che andavano valutate con precisione le tempistiche degli interventi effettuati. Sottolineando l'orario della chiamata per l'emergenza da Pieve l'avvocato Zanon ha insistito sul fatto che l'emergenza doveva essere gestita in modo diverso e il bimbo oggi sarebbe vivo. Secondo le cartelle cliniche il piccolo era nato morto e sul corpo venne effettuato anche l'esame autoptico dal consulente incaricato dalla Procura.
Olivia Bonetti
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