Diagnosi sbagliata al Pronto soccorso: resta tetraplegica a 50 anni. Ora ottiene un risarcimento

Martedì 1 Febbraio 2022
Diagnosi sbagliata al Pronto soccorso: resta tetraplegica a 50 anni. Ora ottiene un risarcimento

CAERANO (TREVISO) - Per un errore al Pronto soccorso di Treviso, la sua invalidità, dovuta a una caduta accidentale, si è aggravata. Così, una donna che, al momento dei fatti, aveva poco più di 50 anni, è ora tetraplegica. Grazie all'intervento dello Studio Velo di Caerano, agenzia specializzata nel risarcimento danni, la donna ha ottenuto 180mila euro. Altri 10mila sono andati al marito, che l'ha accudita.

La somma è legata alla differenza fra il grado di invalidità dovuto alla caduta (pari al 60%) e quello conseguente al trattamento inadeguato (75%).


Tetraplegica dopo una caduta accidentale

«La signora -racconta Pier Velo, dell'omonimo studio- si è recata al Pronto soccorso di Treviso riferendo di essere caduta accidentalmente». Riportava un gran dolore alla schiena e non riusciva a camminare. «E stata messa su una barella dove poco dopo un'infermiera l'ha invitata ad alzarsi e a seguirla. Ha detto di non sentire più le gambe ma l'infermiera, non preoccupandosi, ha alzato la paziente che è caduta a terra». La donna è stata dimessa, con diagnosi di distorsione lombare. «Per due giorni -prosegue Pier Velo- non è riuscita a muoversi dal letto tanto che il marito preoccupato l'ha portata al Pronto soccorso di Conegliano dove il medico, non appena l'ha vista, ha fatto partire il codice rosso procedendo con urgenza al trasferimento a Treviso con un quadro clinico di grave tetraparesi».

Il quadro rilevato non è stato giudicato di competenza chirurgica e la paziente è stata trattata con terapia medica e riabilitativa con parziale remissione del deficit motorio. «La mancata tempestiva terapia medica che i protocolli prevedono -prosegue lo studio- e la mancata immobilizzazione dopo il trauma iniziale hanno contribuito allo sviluppo del danno midollare secondario e della grave sindrome neurologica evidente al momento del secondo accesso a Treviso. Per questi ripetuti errori e omissioni, la signora ha subito una rilevante perdita di chances di avere un esito neurologico migliore della malattia traumatica». Di qui il ricorso allo studio Velo e al responsabile della zona di Conegliano, Enrico Merlo. «Lo studio macro sinistri ha evidenziato negligenza del pronto soccorso di Treviso. Il verdetto del medico legale di Bologna, consultato dal giudice, è stato inequivocabile: errore professionale o malpractice». (l.bon)

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