Premio ai 7 super emigranti, il ministro D'Incà: «Anche il collega Franco ed io bellunesi nel mondo: al consiglio dei ministri parliamo in dialetto»

Domenica 12 Dicembre 2021 di Federica Fant
Il ministro D'Incà premia il gelatiere Fausto Bortolot, uno dei 7 super-emigranti

LAMON -  Una cerimonia curata nei minimi dettagli quella che si è tenuta ieri a Lamon, che ha ospitato la XXI edizione del Premio Internazionale “Bellunesi che hanno onorato la provincia in Italia e nel Mondo”, ospitato nella Chiesa del Sacro Cuore- Duomo. Il Premio, organizzato da Provincia di Belluno, Associazione Bellunesi nel Mondo e i Rotary Club di Belluno, Feltre, Cadore-Cortina era costituito da tre riconoscimenti principali riservati ai Bellunesi emigrati in Italia e nel mondo e ai loro discendenti, che mantengono vivo il legame con la terra delle radici. A presentare l’evento la giornalista Macella Corrà, che ha dato la parola al sindaco di Lamon, Ornella Noventa, che ha ringraziato l’Abm e il Rotary, ed ha sottolineato come Lamon abbia dato molto in termini di migrazione.

IL PASSAGGIO DI TESTIMONE

Il sindaco Noventa ha ricordato «l’alto profilo dei premiati oggi» e di come siano «motivo di orgoglio per tutti i bellunesi». Due anni fa il paese che ha ospitato il premio è stato Chies d’Alpago rappresentato ieri dal sindaco Gianluca Dal Borgo, che ieri ha formalmente effettuato il passaggio di testimone al sindaco di Lamon, consegnando anche un piccolo presente. Il presidente dei Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona, le ha invece consegnato la bandiera: Lamon la terrà fino al prossimo anno quando il Premio si sposterà in Valbelluna.

I SALUTI

Ha poi salutato la platea, debitamente distanziata, Enzo Guarnieri del Rotary Club Feltre (tra gli organizzatori ci sono i club di Belluno, Feltre e Cadore): «Fin dalla sua fondazione il Rotary ha avuto l’obiettivo di cogliere le peculiarità e complessità di un territorio come il nostro». Ha parlato poi il presidente Abm, Oscar De Bona, ha sottolineato che per raccontare le storie e le vite dei premiati non bastano poche righe, ha ricordato chi non c’è più e che ha dato un contributo importante. Infine il presidente della Provincia, Roberto Padrin (che ha portato i saluti del governatore Luca Zaia, dell’assessore ai flussi migratori Manuela Lanzarin).

I MINISTRI

Ha parlato poi il ministro Federico D’Incà. «Anch’io sono bellunese nel mondo - ha riflettuto - e stamattina ho ricevuto la telefonata del ministro Daniele Franco, anche lui di Trichiana: ci si parla quasi in dialetto in consiglio dei ministri. Gli ho detto che partecipavo a questo incontro e mi ha detto: “Salutami la provincia di Belluno”. C’è questo affetto e questa vicinanza, come quello di tanti nostri concittadini che sono andati all’estero». Ha ricordato la storia della sua mamma che a 14 anni è andata all’estero per lavorare e con le prime risorse economiche guadagnate potevano fare il bagno in casa.

I PROTAGONISTI

Poi i veri protagonisti sono stati i premiati: 7 i riconoscimenti consegnati, in molti casi a parenti o “virtualmente”, viste le restrizioni imposte dalla pandemia e l’impossibilità di viaggiare. Per il settore economico, imprenditoriale e professionale: Fausto Bortolot e Massimo Fornasier. Fausto Bortolot, classe 1939 di Zoppè di Cadore, discende da una famiglia di gelatieri dal 1890 è stato premiato dal ministro Federico D’Incà. Una storia professionale fatta di passione e di impegno in un mondo da cui, dice, ha ricevuto molto di più di quanto ha dato. È questa la sintesi di una vita dedicata al lavoro nel mondo del gelato, vissuta tra l’Italia e la Germania, con passione, determinazione e sempre con il sorriso. Poi Massimo Fornasier, nato nel 1975, residente prima in Agordo e poi a Belluno, ottiene il suo primo importante successo elaborando, per la tesi di laurea, un metodo matematico-informatico utile al restauro degli affreschi di Andrea Mantegna a Padova. Metodo alla base del “Progetto Mantegna” che ha portato, successivamente, al restauro degli affreschi stessi. È stato premiato dal sindaco Paolo Perenzin. «Per chi come noi viene dalla montagna - ha detto -, la montagna non è un limite, ma è un’occasione per superare i propri limiti ed è con questo spirito che ho affrontato il mio lavoro». Per il settore istituzioni, arte e cultura il premio a Paolo Forlin e a Ivano Battiston. Paolo Forlin, nato a Lamon nel 1978, è un giovane archeologo medievale interessato principalmente all’archeologia del paesaggio, ambientale ed Europea. Attualmente è docente di archeologia presso l’Università degli Studi di Bologna, distaccato a Chicago (Usa), dove si trova attualmente ed ha inviato un messaggio: ha ritirato il premio la sorella. Ivano Battiston, titolare della cattedra di fisarmonica al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha studiato con Ernesto Bellus e Salvatore di Gesualdo, diplomandosi con il massimo dei voti, lode e menzione al Conservatorio di Castelfranco Veneto. Nel 1978 ha vinto il primo premio al XXVIII Trophée Mondial de l’Accordeon e successivamente ha conseguito anche i diplomi di musica corale e di fagotto. Ha alle spalle una prestigiosa attività concertistica sia come solista che camerista.

IL SOCIALE

Per il settore sociale e solidaristico il riconoscimento è spettato a Dino Bee e a Camargo Ronchi. Dino Bee, nato a Lamon nel 1962, cresciuto in Svizzera, è figura bellunese di spicco in ambito sociale: è in Vietnam ed il premio è stato ritirato dallo zio. Membro del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra è stato prima responsabile delle “banche del sangue” con missioni in Pakistan e Cambogia. «Quando mi chiedono se sono chiedono se sono svizzero o italiano - ha detto nel messaggio - rispondo sempre italiano, con accento francese». Camargo Ronchi, nato nel 1952, è pronipote di emigrati bellunesi in Brasile. Lavora instancabilmente per mantenere viva la memoria, la cultura e i valori tenendo uniti amici e parenti fino alla fondazione dell’Abm Famiglia Jaragua do Sul. Anche lui ha inviato un messaggio.

PREMIO SPECIALE

Il Premio Speciale “Barcelloni Corte – De Martin Modolado” è stato assegnato a Giustina De Silvestro, nata a Domegge di Cadore. La dottoressa De Silvestro è direttrice della prima banca italiana del siero iperimmune che si è dimostrato molto efficace nella cura del virus Sar-CoV-2, in una fase in cui ancora non c’era il vaccino o altri medicinali in grado di contrastarlo. «Sono molto emozionata - ha detto - mai avrei immaginato di trovarmi oggi qui. Sono andata via a 18 dal mio paese e sono quasi 50 anni che sono a Padova: non sono andata molto lontana, ma anche a Padova ci si sente non a casa». Anche quest’anno sono state ricordate le persone che hanno contribuito notevolmente al mondo dell’emigrazione. L’intera cerimonia è visitabile sulla pagina Yotube dei Bellnesi nel Mondo. 

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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