LONGARONE (BELLUNO) - Se il cimitero monumentale delle vittime del Vajont fosse equiparato ai cimiteri di guerra, allora la gestione, la manutenzione e l’apertura sarebbero a carico dello Stato. «Ma così non è, anche se abbiamo tentato più volte questa strada» racconta il sindaco di Longarone Roberto Padrin.
CHE COS’È
Sul sito della Pro loco il portale è presentato così: «All’esterno una stele di vetro accoglie i visitatori con una frase di monito, tradotta in dodici lingue: “Prima il fragore dell’onda, poi il silenzio della morte, mai l’oblio della memoria”. Al piano terra del portale è raccolta un’esposizione di oggetti di vita quotidiana e documenti, recuperati tra le macerie dopo la tragedia. Il piano superiore, dove è esposta una serie di fotografie che riepiloga la storia del cimitero stesso, è una terrazza che si affaccia sul camposanto; alle spalle del visitatore s’impongono 11 lastre di metallo dove, in ordine alfabetico, sono riportati i nomi delle vittime”. L’accesso al portale è cosa diversa da quello al cimitero, che è sempre aperto. “Al momento sono circa una trentina i volontari, quasi tutti di Longarone, che si alternano per l’apertura del portale – spiega dagli uffici della Pro loco Sonia Bortoluzzi - ma l’impegno richiederebbe altre disponibilità: Dal 2003 si è resa necessaria la figura di qualcuno che apra il portale e, come ogni anno, anche quest’anno siamo alla ricerca di nuove persone”.
LA SOLUZIONE
È chiaro che quest’anno, in occasione del 60esimo anniversario, il numero dei visitatori aumenterà. Il servizio di apertura del portale ha lo scopo di continuare a diffondere la memoria di ciò che è stato il disastro del Vajont, “che deve continuare ad essere alimentata, come una candela” si legge nell’appello a nuovi volontari fatto dalla Pro loco. Un servizio per ora garantito dai volontari, quasi tutti pensionati. E il ricambio è sempre più difficile. Approfittando anche del 60esimo anniversario, Padrin tenterà di nuovo la strada del riconoscimento di cimitero di guerra: «Diversamente, come potremmo fare? Visto che la visita non è a pagamento, dove possiamo trovare i soldi necessari per un’assunzione?». Giovanni Santin