Calo del lavoro, sette licenziamenti alla Hydro: «Lasciati a casa da un giorno all'altro»

Domenica 30 Aprile 2023 di Eleonora Scarton
Operai al lavoro alla Hydro di Feltre

FELTRE - Calo dei volumi alla Hydro di Feltre, l'azienda taglia i sette contratti a somministrazione. Una decisione che ha fatto salire l'ira del sindacato: «avrebbero potuto fare tante scelte, e invece hanno preferito licenziare, con una comunicazione arrivata il giorno prima per il giorno dopo» dichiara il sindacalista della Fiom Stefano Bona.

CONTRAZIONE DEI VOLUMI
Nei giorni scorsi, l'azienda ha comunicato alle Rsu di stabilimento ed alle organizzazioni sindacali di aver riscontrato un calo dei volumi su una delle due presse dello stabilimento, tant'è che è stata fermata anche la produzione. Una contrazione causata da una serie di motivazioni, quali la contrazione del mercato (anche legata al rallentamento del bonus 110%) ed un calo del prezzo del metallo. L'azienda ha quindi messo in campo una serie di azioni, come la riduzione della turnazione, la richiesta ai lavoratori di utilizzare le ferie ma poi è stato deciso anche di non rinnovare i 7 contratti a somministrazioni.

Le organizzazioni sindacali hanno cercato di trovare un accordo con l'azienda, chiedendo anche di attivare la cassa integrazione per un periodo (l'azienda ritiene che questo periodo di contrazione durerà un paio di mesi al massimo) ma c'è stata una chiusura rispetto a questa proposta.

LA CONTRARIETA'
«L'azienda Hydro Extrusion di Feltre ci ha comunicato un calo dei volumi - spiega il sindacalista della Fiom Stefano Bona -. Avrebbero potuto decidere di rinnovare i contratti in scadenza per poi usare gli ammortizzatori sociali a rotazione, in modo da riuscire a garantire il mantenimento della piena occupazione del sito. E invece niente di tutto ciò viene fatto. La dirigenza decide di non rinnovare 7 contratti in somministrazione e ai 7 lavoratori viene comunicato oggi per domani che non "servono" più, ma che saranno richiamarti in forze se la situazione dovesse migliore e dovessero ri-aumentare i volumi».

LAVORATORI SFRUTTATI
«Lavoratori trattati come pacchi, come pezzi di ricambio - commenta Bona -. Ti prendo, ti uso, ti dismetto, ti riprendo a piacimento, secondo le necessità del mercato e del capitale. Tutto ciò innaffiato dalla solita retorica legata ai giovani che non vogliono più lavorare, agli operai e ai camerieri che non si trovano, alla distanza fra scuola e lavoro". Il sindacalista incalza: "Perché gli imprenditori si lamentano se non trovano operai e operaie volenterosi e capaci, però allo stesso tempo, quando li trovano e questi sono bravi, formati, ben inseriti, vengono lasciati a casa su due piedi se calano i volumi e se serve risparmiare. Quindi, per loro, non è possibile non compromettere il fatturato e i profitti e riuscire, allo stesso tempo, a tutelare chi lavora. Nonostante le proposte, nonostante gli ammortizzatori sociali, nonostante l'impegno e la dedizione dei lavoratori».

PRIMO MAGGIO
Quello che accade alla Hydro avviene a due giorni dal primo maggio, festa del lavoro, e «con il governo che si appresta a varare un decreto che modificando il Decreto Dignità introdurrà ulteriore precarietà nei rapporti di lavoro conclude Bona -. Il governo, poi, dice che va tutto bene, che il nostro PIL cresce più degli altri paesi europei, che l'economia va bene, che le banche tengono. Non disturbiamo le aziende che producono ricchezza, che sostengono l'economia, che vuoi che siano 7 contratti non rinnovati? Queste lavoratrici e questi lavoratori si mettano sul mercato e sicuramente avranno altre occasioni di lavoro precario. Per noi della Fiom questa modalità di azione non va bene oggi alla Hydro, come ieri alla Costan, il lavoro non è merce, è dignità e non smetteremo mai di denunciare che così non va, che serve cambiare drasticamente per ridare dignità e diritti a chi lavora».

      

Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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