Addio Ives, madre di tre figlie stroncata dal male a 47 anni

Martedì 8 Novembre 2022
Ives Soccal

ALPAGO - Aveva solo 47 anni Ives Soccal, di Garna, in Comune di Alpago.

E dopo aver combattuto per quattro anni contro un male incurabile, domenica si è arresa lasciando nel dolore la propria famiglia: il marito Andrea Barattin e le figlie Giulia, Diana e Mery. Una morte che ha colpito l'intera conca alpagota, perché Ives era moto conosciuta anche per la sua attiva nell'associazione Onda Rosa Aps, il sodalizio nato con lo scopo di sostenere le donne a cui è stato diagnosticato il tumore al seno.


IL PROFILO
Un impegno documentato anche dal suo profilo social sul quale, sino ad un po' di tempo fa, comparivano notizie, immagini e resoconti della sua partecipazione ad eventi di sensibilizzazione sulla malattia che aveva colpito anche lei. E a chi la ringraziava dopo una serata informativa, lei rispondeva: «Grazie a voi». E lei si era davvero impegnata instancabilmente ed in prima persona a tessere una rete di relazioni e di sostegno per tutte le donne che si fossero trovate nella sua condizione. Una malattia che Ives ha affrontato con coraggio e con il sorriso. Una vita, quella di Ives, dipendente della Marcolon, a Longarone, già toccata e segnata dal dolore. Il 31 maggio 2000 infatti un incidente le aveva strappato il marito, Mirco Biz, allora 34enne, con cui si era sposata da appena due mesi. Si era trattato di un incidente con un ultraleggero. Ives era incinta ed assistette all'incidente, Mirco le morì tra le braccia. Seguì un processo, Ives e la figlia di Mirco si erano costituite parte civile, la causa si concluse con la condanna del compagno di volo di Mirco, cugino del deceduto: cinque mesi di reclusione e il pagamento di una provvisionale di 40mila euro alla moglie e 50mila alla figlia della vittima, per il riconoscimento della responsabilità dell'accaduto al 50 per cento. Quel giorno, l'ultimo di maggio del 2000, i due si erano alzati in volo a bordo dell'ultraleggero a motore, in località Torch, a Pieve d'Alpago. Ma durante il decollo un'ala del mezzo aveva urtato un albero, si era spezzata, e i due erano precipitati a terra. Solo qualche frattura per il compagno di volo, Biz invece non si era più rialzato, nonostante il disperato tentativo di rianimarlo. Tutto sotto gli occhi della moglie, Ives Soccal sposata poco tempo prima e con il grembo una delle figlie.


L'INCHIESTA
L'inchiesta aveva accertato che il decollo sarebbe stato troppo corto e al momento di alzarsi in volo il mezzo per pochi centimetri avrebbe toccato un albero. In pratica la manovra più delicata di qualsiasi volo si era rivelata fatale. Alla fine il proprietario del velivolo era stato rinviato a giudizio per omicidio colposo, una contestazione maturata alla luce del fatto che l'ultraleggero non era abilitato al trasporto di passeggeri, che lui non aveva la qualifica di istruttore di volo e che comunque aveva permesso alla vittima di prendere i comandi del velivolo. Ieri anche il profilo facebook della sua associazione, l'ha ricordata: Ti vedo ancora lì, seduta davanti alla mia scrivania. Entusiasta e con gli occhi brillanti mentre dicevi: Bisogna fare qualcosa, bisogna aiutarci tra di noi perché nessuno deve credere di essere da solo. Capisci? Noi dobbiamo esserci! Onda Rosa è nata così. Formata dalle tue mani laboriose, trainata dal tuo entusiasmo. Tu, Ives, sei stata la scintilla che ha reso tutto possibile». I funerali oggi nella chiesa di Pieve.
 

Ultimo aggiornamento: 12:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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