Giro d'Italia, posti di lavoro liberi: «Non solo turisti, qui si può anche vivere»

Martedì 31 Gennaio 2023 di Lauredana Marsiglia
Dolomiti, il rilancio della montagna

BELLUNO - Mentre Cortina d'Ampezzo prosegue la sua lunga cavalcata sulle nevi tra una Coppa del mondo all'altra, con lo sguardo sempre rivolto ai Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026, la provincia si prepara ad un altro grande evento sportivo: il Giro d'Italia che toccherà Val di Zoldo, Longarone e Auronzo tra il 25 e 26 maggio. Il 25 partenza da Oderzo e arrivo a Palafavera e il giorno successivo partenza da Longarone e arrivo alle Tre Cime di Lavaredo.
Eventi che assorbono tante energie con l'obiettivo di veicolare l'immagine di un territorio che non è solo quella stereotipata di esclusiva località turistica, ma anche centro di importanti produzioni industriali, artigianali e di servizio e che mai come oggi ha bisogno di lavoratori che abbiano voglia di trasferirsi qui per coprire i tanti posti vacanti, dalla sanità al turismo.

Insomma, una provincia da vivere anche nella quotidianità.

LA TRASFERTA A CAORLE
Lo sport, insomma, diventa sempre più la chiave per aprirsi all'esterno attraverso le immagini che corrono nei principali canali televisivi nazionali e ripresi poi dai canali web. Spesso si tratta di flash ma il loro valore comunicativo non ha uguali. Da qui la necessità di farsi trovare impeccabili.
Domenica il presidente della Provincia, Roberto Padrin, unitamente al presidente di Longarone Fiere, Michele Dal Farra, al consigliere comunale di Auronzo, Luca Sacchet e al testimonial d'occasione Kristian Ghedina, il campionissimo dello sci che con il suo palmares certifica la solida tradizione sportiva del Bellunese, ha visitato la Fiera dell'Alto Adriatico di Caorle dove sono state presentate le tappe venete del Giro d'Italia. Oltre alle tre bellunesi ci sono quelle di Oderzo e Caorle, appunto.

RAPPORTI TRA FIERE
«In questa sede - spiega Padrin - abbiamo presentato anche il gelato dei nostri maestri cadorini e zoldani, rigorosamente rosa. Ma è stata anche l'occasione per intrecciare i primi rapporti con la Fiera di Caorle al fine di trovare sinergie con la nostra».
Mancano 114 giorni all'arrivo della tappa Oderzo-Val di Zoldo, e i preparativi sono in pieno svolgimento. Il giorno dopo sarà la volta di Longarone-Tre Cime.

COROLLARIO DI EVENTI
«Quest'anno - spiega Padrin - il Giro d'Italia darà visibilità alle celebrazioni per il 60esimo anniversario della tragedia del Vajont. Non ci sarà un passaggio in diga dei ciclisti, ma ci saranno le riprese delle telecamere. Sarà un momento importante per la memoria. Su tutto il resto stiamo ancora lavorando. Proporremo un corollario di eventi che ci accompagni al giorno della partenza. Un'attività che noi sindaci stiamo portando avanti in condivisione con la Fondazione Dmo Dolomiti. Nei prossimi giorni costituiremo anche i comitati di tappa di arrivo e di partenza come richiesto da Rcs, la stessa che ci ha chiesto di illuminare di rosa i monumenti simbolo dei tre comuni toccati dal Giro».
Padrin concorda sulla necessità di veicolare un immagine che non sia solo turistica, ma anche di luogo dove scegliere di vivere. «Anche su questo vogliamo puntare».

ZOLDO SI PREPARA
Anche in Val di Zoldo si lavora per accogliere la carovana rosa. Si è iniziato a stendere i primi asfalti e l'Enel sta ultimando l'interramento di cavi. In prima fila anche gli alberghi pronti ad aprire anche fuori stagione se ci sarà la ncessità. «Ma è chiaro che nella partita dell'accoglienza - spiega De Pellegrin - rientreranno anche i Comuni vicini».
Spettacolare l'illuminazione rosa sui tre monumenti simbolo: il tabià Mas de Sabe risalente al 400 e simbolo della Valle di Zoldo, il municipio di Longarone che venne solo sfiorato dall'onda fuoriuscita dalla diga del Vajont e le Tre Cime di Lavaredo biglietto da visita delle Dolomiti. Immagini spettacolari che viaggiano già sul sito del Giro.

 

Ultimo aggiornamento: 18:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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