Soltanto il 16 per cento degli abitanti fuma ancora: Belluno è la miglior provincia del Veneto

Domenica 29 Gennaio 2023 di Federica Fant
Il divieto di fumo è ormai accettato: solo il 16% dei bellunesi compra ancora sigarette

BELLUNO - Fumo: come si comportano i bellunesi? Sono passati 20 anni dall’entrata in vigore della legge Sirchia che, a tutela dei non fumatori, vietava il fumo nei locali pubblici chiusi.

Cosa ne possiamo trarre, dopo due decenni? Lo svela un’analisi effettuata dall’Ulss Dolomiti, che ha disegnato una fotografia in cui spicca come le case bellunesi siano nella maggioranza libere dal fumo. Il bellunese generalmente preferisce non fumare nell’abitazione: oltre il 91% vuole vivere in ambienti “liberi dal fumo”. Rimane, tuttavia, ancora molto da fare per ridurre la percentuale di fumatori attivi, educando al non avvio della pratica del fumo. 

LE CIFRE

Tra gli adulti di 18-69 anni, intervistati dal sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) nel periodo 2020/21 nel territorio della Ulss Dolomiti, il 59% non ha mai fumato, il 25% è un ex fumatore e il 16% è fumatore. A livello regionale la percentuale di fumatori è pari al 22% mentre a livello nazionale al 25%. La media di sigarette fumate al giorno è 11. Più di un fumatore su 6 dichiara di fumare 20 o più sigarette al giorno. Tra i lavoratori intervistati nel territorio dell’Ulss Dolomiti, il 94% ha dichiarato che il divieto di fumare nel luogo di lavoro (al chiuso) è rispettato sempre (88%) o quasi sempre (6%). Tale percentuale complessiva (94%) è inferiore sia a quella regionale (97%) che a quella nazionale (96%). Il 6% degli intervistati dichiara che il divieto di fumo non è mai rispettato (2%) o lo è raramente (4%). In provincia di Belluno il 98% degli intervistati ha dichiarato che non si fuma in casa; il 2% che si fuma solo in alcuni locali. La percentuale di case “libere dal fumo” in provincia di Belluno risulta essere più alta di quella regionale (91%) e di quella nazionale (84%). 

LA CONSAPEVOLEZZA

«A vent’anni dalla Legge Sirchia “Tutela della salute dei non fumatori”, che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, le palestre, i centri sportivi, è aumentata la consapevolezza dei danni da fumo passivo – dice il direttore del Dipartimento di prevenzione, Sandro Cinquetti -, consapevolezza che induce all’astensione dal fumo anche negli ambienti di vita privati». «Rimane ancora molto lavoro da fare per ridurre ulteriormente la percentuale di fumatori attivi, educando al non avvio della pratica del fumo e favorendo la disassuefazione tabagica per chi fuma. Fondamentale in questo senso è il ruolo delle famiglie, della scuola, degli operatori sanitari e di tutte le istituzioni con ruolo educativo (sport, associazionismo)», conclude Sandro Cinquetti.

Ultimo aggiornamento: 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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