«Quei tubi spargono il virus», e spacca l'impianto di irrigazione del centro commerciale

Venerdì 12 Novembre 2021 di Olivia Bonetti
Spacca l'impianto di irrigazione: riteneva che spargesse il covid
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FELTRE - «Quei tubi spruzzano in aria il coronavirus». Un vero delirio quello che ha spinto un 68enne feltrino ad “assaltare” l’impianto di irrigazione del nuovo centro commerciale Altanon di Feltre. Un danno non indifferente per la proprietà, che si è vista distruggere e rubare i tubi “contagiosi” a pochi giorni dall’inaugurazione della nuova area shopping. Il vandalo è stato scoperto il 31 ottobre scorso ed è attualmente ricoverato in psichiatria. È indagato per furto aggravato e danneggiamento con violenza sulle cose. 

LA CONVINZIONE
L’uomo da giorni aveva un’idea fissa: riteneva che i tubi posizionati dentro le aiuole, che sono state costruite attorno alla nuova area commerciale Altanon di viale Montegrappa, fossero anomali portatori di un gas contenente veleno. Non solo, riteneva che questo sostanza potesse mandare in aria il coronavirus. Il centro commerciale è stato inaugurato lo scorso 28 ottobre e le aiuole sono state preparate al meglio: l’impianto di irrigazione ha funzionato quotidianamente anche nei giorni successivi. Nei giorni scorsi il blitz, forse l’ennesimo, del 68enne che, armato di un oggetto appuntito, voleva bloccare il contagio e salvare i feltrini eliminando l’impianto.

IL VANDALO IN AZIONE
L’uomo, secondo quanto ricostruito nell’indagine dei carabinieri feltrini, coordinati dal pm Roberta Gallego, avrebbe asportato parte dei tubi che davano acqua alle aiuole create sul terreno a margine della strada e del parcheggio. Secondo lui quella era un’area pubblica e quell’impianto non avrebbe dovuto esserci. È stato colto in flagranza di reato il giorni di Halloween, quando è stato fermato dai militari della Compagnia di Feltre. Gli uomini dell’Arma sono arrivati proprio mentre era intento a togliere questi tubi “velenosi” e a rimuovere i fermagli fermatubo in metallo. Stava operando con un oggetto in metallo opportunamente appuntito, costituente, secondo l’accusa, «un oggetto atto ad offendere». Ha spiegato ai militari che lo faceva per fermare le emissioni di quel gas venefico che diffondeva il Covid. È scattato subito l’intervento dell’ambulanza ed è stato ricoverato.

L’INDAGINE
Dopo la scoperta dei carabinieri è seguita la perquisizione a casa dell’uomo, che abita a Feltre.

Sono stati sequestrati metri e metri di tubi, fermatubi che aveva asportato dalle aiuole, oltre all’oggetto appuntito “arma del delitto”. La notizia di reato è stata trasmessa alla Procura che ha aperto un’inchiesta per le ipotesi di furto aggravato e danneggiamento. Accuse pesanti. Spetterà ora al difensore del 68enne, l’avvocato Roberta Resenterra di Feltre, riuscire a chiudere il procedimento quanto prima. Il passaggio obbligato sarà molto probabilmente anche una perizia psichiatrica sull’indagato.

Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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