«Tra un po' gli Italiani vi verranno a cercare»: post choc contro l'assessore costa 51mila euro

Martedì 11 Febbraio 2020
«Tra un po' gli Italiani vi verranno a cercare»: post choc contro l'assessore costa 51mila euro
SAN GREGORIO (BELLUNO) - «Tra un po' gli Italiani vi verranno a cercare, come sta succedendo in tutte le grandi città, con continui soprusi e violenze dei vostri amici invasori». Parole che potrebbe ravvisare minaccia e diffamazione a carico di Giuseppe De Cet, 55enne di Feltre, coordinatore provinciale di Forza Nuova. Erano indirizzate all'assessore Sandra Curti di San Gregorio. Ora De Cet, che pubblicò quelle parole sul profilo Facebook dell'amministratrice comunale rendendole pubbliche, si ritrova alla sbarra per minaccia e diffamazione. Il processo è approdato ieri, in Tribunale a Belluno, dove l'imputato era difeso dall'avvocato Roberta Resenterra di Feltre. L'assessore si è costituita parte civile tramite l'avvocato Stefania Santel, per vedere risarciti i danni patiti: sono stati quantificati nella cifra di 51mila e 32 euro. Ieri c'è stato un rinvio per vedere se tra le parti si trova un accordo: richiederà comunque, come condizione posta dal giudice, le scuse pubbliche da parte di De Cet con un post su Facebook.

 
LA POLEMICA

Le frasi al veleno vennero pubblicato sulla pagina social dell'assessore Curti, visibile a tutti, nel periodo del dicembre 2016. Nelle settimane precedenti l'arrivo dei primi 7 richiedenti asilo all'albergo Monte Pizzocco di San Gregorio nelle Alpi creò non poco scompiglio in paese, con proteste dei cittadini: in quel periodo dovette intervenire persino la Prefettura, che fece un incontro con i cittadini. «Continuate pure a dormire e a sognare - scrisse poi De Cet nel post incriminato - poi vedremo lei e i suoi amici dei centri sociali siete solo nemici dei vostri concittadini e preferite gli altri ai vostri fratelli. Intanto ho appena sentito che i suoi cari ospiti hanno fatto qualche bravata, ma non è nulla rispetto a quello che sicuramente arriverà...continuate pure con questo becero buonismo». E ancora: «A voi del vostro popolo non frega niente: siete dei traditori». 

IL PROCESSO
Ieri mattina doveva aprirsi il processo, ma il giudice Angela Feletto ha fatto avvicinare i due legali invitando le parti a percorrere una soluzione transattiva, che comprenda le scuse formali pubblicate su Facebook da parte di De Cet. Per questo ha rinviato al 30 marzo, quando si saprà se il processo si farà oppure no: nel caso di ritiro querela da parte dell'assessore cadrebbe infatti anche l'accusa. Non è scontato che quella strada venga percorsa. De Cet è pronto ad arrivare fino alla Cassazione, ritenendo di non aver fatto nulla di male, ma di aver solo detto quello che pensava nella normale dialettica politica. Questo era stato evidenziato tramite il suo legale anche con una raccomandata inviata all'altra parte. La parte civile dal canto suo sembra intenzionata ad accertare se le frasi fossero effettivamente offensive. Insomma non sarà facile arrivare alla pace.

LE INDAGINI
Gli accertamenti dopo la denuncia dell'assessore vennero svolti dagli agenti della Digos che risalirono alla reale identità che si nascondeva dietro il profilo di Giuseppe De Cet. Impossibile avere informazioni in questo senso da Facebook, negli Stati Uniti: così la polizia ha ascoltato gli amici di De Cet che hanno confermato che quello è il profilo del coordinatore di Forza Nuova.
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