Rivoluzione nelle Regole dell'Alpago: tre donne guidano un'istituzione "maschilista"

Venerdì 23 Luglio 2021 di Yvonne Toscani
Katia Romor, Morena de Col e Loredana Barattin
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Tre donne presidenti di altrettante Regole. E la conca dell’Alpago fa da apripista nel mondo delle Comunioni familiari a livello provinciale, fornendo un assist per gli altri enti collettivi bellunesi, a cominciare da quelli del Comelico, le cui maggiori cariche restano in mano agli uomini. 


ALL’ORIZZONTE
Una breccia, insomma, in un ambito, fatta eccezione per alcuni rari casi, ancora quasi esclusivamente maschile. Almeno per le stanze dei bottoni che contano. Il tris è costituito da Loredana Barattin, Morena De Col e Katia Romor. La prima, già sindaca di Chies d’Alpago, eletta il 3 aprile 2018 a Montanes, è la prima donna in assoluto a guidare una Regola. La seconda, eletta il 17 giugno dello stesso anno, presiede la Regola di Plois e Curago. L’anno d’oro del cosiddetto “treno rosa” si completa con la terza, eletta il 29 aprile, per la Regola del Monte Salatis. «Le tre Comunioni familiari fanno parte della Comunanza presieduta da Franz Zanne – spiega Guido Buzzo, di Santo Stefano di Cadore, che, da profondo conoscitore, ha seguito e contribuito alla rinascita degli enti dell’Alpago –. Le Regole alpagote, che prevedono la status di regoliere per i figli maschi e femmine discendenti in linea paterna dagli antichi originari, sono le prime che si pongono in linea con la Costituzione, attuando completamente il principio delle pari opportunità.

Finora, in Alpago, sono state create sette Regole ed è in corso la ricostituzione di quella di Sitran-Farra». 


LA SENSIBILITÀ
Un’attenzione, quella della Conca nei confronti di questi enti, le cui radici sono ormai consolidate nel tempo. «Basti pensare che la legge regionale 26 del 1996 è nata a Chies – continua l’esperto comeliano – e nel 1999 la prima nuova Regola dell’Alpago è stata quella di Funes, Pedol, Famiglie Munaro di Molini. La seconda è stata quella di Montanes. Entrambe ricadono nel territorio comunale di Chies: una singolare coincidenza con l’avvio della legge regionale». Ed altrove, in provincia, che cosa succede? «In Comelico – conclude Guido Buzzo – si assiste ad una timida apertura: a Campolongo una donna è entrata nel Consiglio di amministrazione della Regola; in altre realtà si assume il titolo di regoliera su presentazione di una domanda. Di certo va rispettato quanto stabilito dalla Costituzione, anche in considerazione della sentenza di Casamazzagno che va proprio in questo senso». Così, dopo l’ampia volontà di ricostruire le Regole, la conca alpagota ha raccolto la sfida di assegnare ben tre enti ad altrettante donne. Una sfida ampiamente vinta, tanto da rappresentare un esempio anche per altre località. Chissà se quest’ultime sapranno e vorranno guardare attorno al lago di Santa Croce, aprendo le porte concretamente alle donne, chiamate a loro volta ad essere disponibili, e assegnando loro anche importanti ruoli decisionali. 

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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