Salvataggio Safilo, l'imprenditore Fulchir abbandona il tavolo: «Non investo in un ambiente ostile»

Martedì 25 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
Salvataggio Safilo, l'imprenditore Fulchir abbandona il tavolo: «Non investo in un ambiente ostile»

BELLUNO - Il clima è esplosivo: una piccola scintilla rischia di mandare all'aria tutto. Gli animi sono tesi da una parte e dall'altra come è emerso nel tavolo che si è tenuto ieri a Mestre nella sede di Veneto Lavoro dove c'è stato l'incontro per la trattativa sulla crisi Safilo. O meglio, metà crisi Safilo: quella relativa allo stabilimento "Lonagrone 2", visto che ormai è stata trovata la soluzione per il "Longarone 1" con Thélios che rileva la parte della galvanica, pre galvanica, verniciatura e montaggio, assorbendo 250 dei 458 dipendenti Safilo di Longarone. Si sta lavorando ora per l'assorbimento degli altri 208 operai che rischiano di rimanere a casa. L'offerta di Innovatek, che fa capo all'imprenditore friulano Carlo Fulchir, è stata presentata ieri.

La società è pronta a partire a settembre con l'assorbimento dei primi 40 lavoratori sui totali 208. Nel primo anno si arriva a 70 e nel triennio tutte le 208 maestranze lavoreranno. Ma l'entusiasmo iniziale sta lasciando spazio all'amarezza per un accordo con i sindacati che sembra sempre più lontano. E se non sarà Innovatek difficilmente potranno presentarsi altre soluzioni: al momento è l'unica società interessata.


IL TAVOLO
C'erano quasi una trentina di persone al tavolo a Mestre, da quanto è trapelato dopo la riunione che è iniziata alle 14 e terminata solo intorno alle 18. Quattordici tra rappresentanze sindacali e rsu, poi i rappresentanti di regione e Governo, che segue con attenzione questo tavolo di crisi, Safilo e infine Innovatek, con il proprietario Carlo Fulchir e il suo braccio destro Gianfranco Moretton presidente della società ed ex presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. Ad illustrare il piano per la reindustrializzazione dell'ex Safilo "Longarone 2" Edoardo Predomi, della Bdo SpA, che è advisor di Innovatek nell'operazione. Ma al termine di quello che è stato un incontro con diversi momenti di tensione poche le notizie filtrate.


LA STANCHEZZA
Quello che però si respirava da giorni era una certa stanchezza da parte dell'imprenditore friulano Fulchir, che sarebbe pronto a lasciare. Ieri si è presentato con il suo avocato Luca Ponti ed ad un certo punto, quando gli animi si sono accesi in un confronto con un sindacalista, Carlo Fulchir avrebbe anche lasciato il tavolo delegando tutto al suo legale. Sembra che i nervi siano scattati di fronte all'insistenza delle parti sindacali di avere ulteriori dettagli su investitoti, garanzie su fatturati, nomi di clienti da qui a sei mesi. Un piano che da parte della proprietà non potrebbe però essere reso pubblico.


IL RETROSCENA
E poi i social e la serie di attacchi contro la persona imprenditore Fulchir, che gli avrebbero fatto perdere ogni entusiasmo. «Un clima avvelenato», hanno detto persone vicine all'investitore. «Non possono pensare che io sia costretto a impegnarmi su un progetto di riconversione così complicato in un clima di odio e di offese come quello da loro impostato - aveva confessato nei giorni scorsi l'imprenditore in un momento di sconforto -. Ho capito che non vogliono avermi come imprenditore e sinceramente anche io non voglio fare l'imprenditore in un ambiente e territorio ostile alla mia persona. Io non ho niente da nascondere a nessuno e da sempre ho scritto sul mio sito tutto ciò che mi è successo poi evidenziato in modo preciso sulla mia biografia».


LA CONCLUSIONE
All'uscita dal tavolo poche parole da parte dell'avvocato di Fuchir. «Dobbiamo scommettere sul nuovo - afferma l'avvocato Ponti - deve cambiare la mentalità: certo è una scommessa e se le parti sindacali credono nella continuità la devono fare. Il mio assistito lo sta facendo e la sua scommessa vale tantissimi soldi. Non sarà mica così pazzo da buttarli via?». Il tavolo è stato rinviato a data da destinarsi.

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