Caserma dei Vigili del fuoco al limite dell'inagibilità: allarme del sindacato dopo 10 anni di attese

Martedì 8 Febbraio 2022 di Yvonne Toscani
La caserma

SANTO STEFANO - La caserma dei vigili del fuoco di Santo Stefano è fatiscente, al limite dell’inagibilità. Tanto che, se non verranno realizzati in tempi brevi gli interventi attesi da un decennio, sarà necessario cercare una sistemazione alternativa, per garantire la sicurezza di chi presta servizio e dei mezzi, all’interno della struttura. A lanciare l’allarme è il Conapo, sindacato autonomo dei vvf. I tempi ormai non sono più compatibili con un edificio che mostra tutte le sue criticità e che sta scivolando verso il vicino Padola. Nello specifico la struttura di via IV novembre presenta criticità nei muri perimetrali, sulle travi e pilastri in cemento armato; il deterioramento della copertura in prossimità dell’ingresso della sede dalla strada pubblica; l’aumento della fessurazione tra il portone d’accesso e quello dell’autorimessa, il cui copriferro è rovinato; il distaccamento della grondaia. Dal 2011 il territorio attende che il distaccamento abbia a disposizione un immobile dignitoso. Undici anni fa, infatti, a seguito di un’indagine ingegneristica nazionale sugli edifici dei vigili del fuoco era stato dichiarato che soltanto un intervento ex novo avrebbe potuto mettere definitivamente in sicurezza il servizio e, quindi, il comprensorio. Costo dell’operazione: due milioni di euro, che in due lustri sono, naturalmente, aumentati. A suo tempo, il Comune, titolare dell’immobile e da sempre a conoscenza della rilevante problematica statica, aveva provveduto a realizzare dei cerchiaggi alle travi verticali per consolidare, dare un minimo di sicurezza e mitigare il rischio. Tuttavia il tempo ha fatto il suo corso. Lo scorso anno, dopo un evento sismico, con epicentro registrato in Friuli, si è notato che le fessurazioni già esistenti erano più importanti in termini di allargamento e sviluppo verticale. Della questione della caserma in dotazione ai pompieri permanenti, che in Comelico garantiscono anche il primo soccorso con l’ambulanza, se ne parla da un quarto di secolo. Venticinque anni di ipotesi, progettazioni quasi ultimate, annunci di finanziamenti già pronti per la costruzione del nuovo distaccamento, di interrogazioni parlamentari finiti nel nulla. L’ultimo sito individuato è posto all’interno dell’ex complesso militare Carlo Calbo, dove prima, però, devono essere eseguite le opere di mitigazione del rischio idraulico, dovuto alla non propriamente vicina confluenza tra il Piave e il Padola. Al Ministero dell’Interno stanno ancora aspettando informazioni sulle iniziative dell’ente competente. Passaggio fondamentale per stimare le successive tempistiche realizzative e gli investimenti, previo inserimento nella programmazione triennale dei lavori pubblici del Dipartimento, da aggiornarsi per il triennio 2022-2024. Dato il protrarsi dei tempi per una caserma ex novo, i cittadini auspicano un intervento risolutivo per il distaccamento, vista la sua funzione strategica, anche in considerazione della prossima chiusura della galleria Comelico. 

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