CORTINA - L’occasione era ghiotta perché Luca Zaia era salito a Cortina per presentare “Fa’ presto, vai piano”, libro in cui rievoca il viaggio di quando era 18enne.
IL PROGETTO
Ma il bob? «Quando ho chiesto quale era la più grande magagna di Cortina tutti mi rispondevano: trampolino e bob. Ecco il dossier sul bob e la sua storia, la pista di Cortina è iconica, tutti gli atleti al mondo sperano di farci almeno una discesa». E ricorda i primissimi passaggi della candidatura e precisa: «La pista di bob è una legacy nella legacy (eredità) e se lo fanno a Cesana non è che non spendano soldi». La prima gara per l’assegnazione dei lavori va deserta e le cifre esplodono, «il governo dice “no”, giustamente -assicura Zaia- perchè costa troppo, il Cio propone di spostare il bob all’estero, ma il governo non ci sta e torna in pista Cortina dopo la bocciatura di Cesana, il 29 dicembre è stata bandita la gara per un progetto da 81 milioni di euro e se ci saranno offerenti il bob si farà a Cortina». Quanto al futuro dell’impianto, Zaia è ottimista, la pista si potrà usare in tutte le stagioni per la gioia degli appassionati, ma anche dei turisti che vogliano provare il brivido della velocità. E poi: «Secondo le università Bocconi, Ca Foscari e Sapienza le olimpiadi portano un miliardo e mezzo di Pil, il bob costa 81 milioni, se venissero a casa mia con un miliardo e mezzo e mi chiedessero 81 milioni io farei subito l’operazione».
LA SCELTA
Comunque sia, la questione è in capo al governo che ha preso la decisione di restare in Italia con le gare di bob, «stiamo a vedere perchè l’opera non la realizza nè la paga la Regione. Quanto al villaggio olimpico le decisioni sono di Luigi Valerio Sant’Andrea», che è il commissario dei lavori di Milano Cortina 2026.
QUI SANITÀ
Intervistato da Giovanni Viafora e Francesco Chiamulera, Zaia ha spaziato anche in altri campi a cominciare dalla sanità con 3500 medici che mancano in Veneto per la scellerata scelta fatta con i numeri chiusi all’università, ci aspettano tempi difficili perchè «i medici non saranno più quelli di una volta, ma anche i pazienti sono cambiati, tutti laureati sui social e con un continuo aumento di richieste di prestazioni, il 16% in più nell’ultimo anno, abbiamo erogato 80milioni di prestazioni, oggi una tac non si nega a nessuno», anche perchè i medici sono sempre più ostaggi di denunce, «meglio un’impegnativa in più che una causa». Di positivo ci sono le moderne tecnologie, come la telemedicina e la robotica, ma anche l’intelligenza artificiale sarà utile. Quanto alle fughe dei giovani non è tutto bello nemmeno all’estero e sul tavolo di Zaia ci sono tante richieste di poter tornare in Italia, fra queste anche numerosi medici che vorrebbero tornare a casa. Cosa farà finito il mandato, visto che non si potrà ricandidare? «Andrò in Spagna a comprarmi un cavallo, quello che avevo è morto nel novembre 2019 a 32 anni, era uno di famiglia».