Benedizione del motociclista: «Ma la strada per la diga non è una pista, il Vajont merita rispetto»

Martedì 3 Maggio 2022 di Eleonora Scarton
Benedizione dei motociclisti a Longarone, l'appello del sindaco Padrin
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LONGARONE - «Non utilizzare la strada che porta alla diga del Vajont come una pista. È un luogo di dolore, e merita rispetto». È questo l’appello lanciato dal sindaco di Longarone, e presidente della provincia Roberto Padrin, alle migliaia di motociclisti che si sono radunati domenica a Longarone per la cerimonia di benedizione del motociclista.

LA MANIFESTAZIONE Oltre 5mila motociclisti hanno partecipato domenica alla 35esima edizione della Benedizione del motociclista, iniziata a Feltre. Il bel tempo del mattino ha quindi spinto i più a recarsi in Prà del Moro, Prà del Vescovo, ma anche viale Gaggia e viale Marconi da dove, intorno alle 11.15, sono poi partiti in direzione Longarone. Dopo il debutto di sabato, con il motogiro del pomeriggio che ha visto 300 moto andare alla scoperta del territorio e la festa proseguita poi per tutta la sera grazie alla collaborazione stretta tra il moto club Feltre e il quartiere Duomo, il clou è stato la domenica. In tutta l’area all’ombra del Bosco Drio le Rive, oltre 5mila moto sono state parcheggiate, ed i motociclisti hanno iniziato a trovarsi, ridere e scherzare come ormai da due anni non avveniva. Un clima di festa che mancava da tempo. Alle 11.15 la partenza in direzione Longarone, location scelta dal moto club Feltre proprio per l’alto valore simbolico, e per la volontà di far conoscere ai centauri un pezzo di storia del bellunese.

L’ACCOGLIENZA Ad attenderli, il sindaco di Longarone Roberto Padrin. «Se siamo qua – ha esordito -, è merito di Daniele Gorza (presidente del club), di tutto il moto club di Feltre e di tutte le persone che hanno contribuito a organizzare queste due giornate di festa, che si concludono qui a Longarone. E io sono onorato di cuore di avervi qui. Soprattutto perché questo paese ha bisogno di rivivere». Padrin ha ricordato a tutti la tragedia del Vajont, che ha profondamente segnato la comunità di Longarone, ma anche i due anni difficili di pandemia. «Abbiamo bisogno di tornare a vivere. E per vivere ci sono anche questi momenti di aggregazione e divertimento», afferma il sindaco che prosegue dando a tutti i presenti “una carota e un bastone”. «Per quanto riguarda la carota, voi motociclisti e tutti coloro che vivono il nostro territorio hanno una passione straordinaria, e noi dobbiamo ringraziarvi, salutarvi ed accogliervi in qualunque posto andiate. Da diversi anni però, e qui arriva il bastone, alcuni di voi utilizzano la strada che va verso la diga come una pista di motociclismo. L’invito che vi faccio, vista anche la storia di dolore di cui è carico questo luogo, è di non utilizzare quella strada come una pista. Andate, passate, visitate, ma con il rispetto di un luogo che merita rispetto». Padrin ha poi voluto ringraziare, oltre al moto club Feltre, la Pro Loco di Longarone, tutte le associazioni, il comandante dei vigili e tutti i presenti.

LA BENEDIZIONE A benedire i centauri è il vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, affiancato da Augusto Antoniol, arciprete di Longarone. «In queste straordinarie vie, in questo ambiente meraviglioso che è la montagna, correte, abbiate l’ebrezza di un divertimento sano, e io sono qui a benedirvi proprio perché sia sano, e quel fondo grandioso, quasi musicale, che è il rombo dei vostri mezzi. Vi auguro che la vostra vita sia sempre così».

LA SODDISFAZIONE La festa è poi proseguita per tutto il pomeriggio lì, a Longarone, tra musica e buon cibo. E la grande soddisfazione del presidente Gorza: «È stato un evento strepitoso – afferma -. Longarone è una comunità accogliente e l’amministrazione comunale da ammirare; non possiamo che ringraziare tutti coloro che hanno collaborato. Ma un grande grazie lo voglio rivolgere ai miei ragazzi del Moto club Feltre che sono riusciti a ripartire dopo due anni stop, e a organizzare questo evento in sole tre settimane»

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